[ACM_2]«G[/ACM_2]li ultimi due mesi di proteste in Ucraina, sono stati raccontati dai media attraverso un copione ben collaudato: da una parte gli attivisti pro democrazia, dall’altra un governo autoritario. I manifestanti chiedono il diritto di far parte dell’Unione Europea, ma il presidente russo Vladimir Putin pone il veto al loro diritto di libertà e prosperità».

E’ quanto ha scritto Seumas Milne, columnist del Guardian (e già di Le Monde Diplomatique e The Economist) a proposito dell’attenzione mediatica nei confronti dell’Ucraina; un atteggiamento che può essere registrato anche in Italia, dove si è attualizzata la situazione ucraina sulla base dello stereotipo appena esposto. Come scrive il giornalista britannico, «i nazionalisti di estrema destra e fascisti sono stati al centro delle proteste e degli attacchi contro edifici governativi. Uno dei tre principali partiti di opposizione è l’antisemita Svoboda, il cui il leader Oleh Tyahnybok sostiene che una “mafia ebraica filo moscovita” controllerebbe l’Ucraina, ma il senatore americano John McCain era felice di condividere con lui una discussione a Kiev il mese scorso».

Si tratta, scrive Milne «di una storia che abbiamo già letto in forme diverse in molti altri casi, come ad esempio è capitato con la stessa “rivoluzione arancione” in Ucraina. Ma tutto ciò significa riportare solo una parte sommaria della verità». Quali sono dunque i punti che non sono esistiti nei racconti della stampa, secondo Milne?

Innanzitutto la profondità di una crisi sociale causata dalle «terapie shock neoliberiste applicate dopo il crollo sovietico» che oggi però vede al centro delle proteste, quando non la gestione totale delle strade, l’estrema destra, antisemita, nazista e violenta. C’è poi una parte degli oligarchi che spinge, come ricorda Milne, perché stanchi dei favori che Yanukovich ha finito per riservare al suo «cerchio magico».

Come ha sottolineato il Guardian il premier – Non è esente da critiche, dato che «è stato sostenuto da oligarchi che hanno preso il controllo delle risorse e delle società privatizzate dopo il crollo dell’Unione Sovietica» – é stato eletto regolarmente, con tanto di approvazione da parte della Ue. Non manca un destino storico: «l’Occidente ha cercato di sfruttare l’Ucraina per indebolire l’influenza russa, fin dal 1990, attraverso il tentativo di attirare l’Ucraina nella Nato. I leader della rivoluzione arancione all’epoca, non a caso, erano stati incoraggiati a inviare truppe ucraine in Iraq e Afghanistan»