Nominato due anni fa alla direzione, Stefano Francia Di Celle esordisce con la prossima edizione del Torino film festival (26 novembre – 4 dicembre) – dopo un anno in streaming a causa del lockdown – finalmente in presenza nelle sale della città. E con un programma che mette in campo numerosi cambiamenti pur mantenendo una linea di continuità con quel bagaglio di autori e di tendenze che fa parte della manifestazione torinese nata come «Cinema giovani» trentanove anni fa.

OLTRE AL CONCORSO internazionale dei lungometraggi dedicato alle opere prime e seconde – dove troviamo tra i dodici titoli gli ottimi esordi di Clara Sola firmato da Nathalia Alvarez Mese, Une jeune fille qui va bien, il passaggio dietro alla macchina da presa di Sandrine Kinberlain, attrice eccentrica del cinema francese, Grosse Freheit di Sebastian Meise, e per l’Italia Il muro di Gallura di Matteo Fresi – e quello dei cortometraggi (12 opere inedite in Italia) appaiono nuove sezioni: ad esempio «Le stanze di Rol» curata da PierMaria Bocchi per un attraversamento dei generi o «L’incanto del reale» che guarda a opere alla ricerca di un confronto formale col mondo – come Il tempo rimasto di Daniele Gaglianone, riflessione sulla vecchiaia, o l’omaggio al cinema di Tonino De Bernardi, infaticabile narratore di vita e di vite (Tonino De Bernardi un ricerca senza confini). E ancora la sezione «Surprise» focalizzata sul cinema francese con film come Bergman Island di Mia Hansen Love, Lingui (Una madre, una figlia) di Mahamat-Saleh Haroun, Tromperie di Desplechin.

FUORI CONCORSO l’anteprima di Cry Macho, il nuovo film di Clint Eastwood (in sala dal 3 dicembre) ma anche It Snows in Benindorm di Isabel Coixet, un thriller eccentrico, ambientato nella località balneare spagnola, o The Human Factors di Ronny Trocker e Un monde di Laura Wandel, storia di due fratellini alle prese con le violenze del mondo.

SCORRENDO IL CARTELLONE, è l’omaggio (curato da Massimo Causo) a Joana Hadjithomas & Khalil Joreige, filmmaker e artisti libanesi, che nella loro ricerca fatta di film ma anche di progetti installativi, mostre, foto, oggetti, testi cartacei e performativi, continuano a ripercorrere la storia passata e presente del Libano, attraversando la loro filmografia fino all’ultimo e molto bello Memory Box, una nuova incursione nella memoria di una generazione tra lacerazioni e esili.
E poi Peeping Balla ricorda Pietro Balla, regista torinese, narratore del presente scomparso da poco di cui si vedranno anche lavori inediti mentre Il fronte interno, un viaggio in Italia con Domenico Quirico di Paola Piacenza, percorre il nostro Paese tra i segni dei conflitti e dei divari sociali.

TFFDOC, la parte del festival focalizzata sul documentario presenta i concorsi internazionale, italiano e cortometraggi, più diverse incursioni «a tema» – la sezione «Noi» dove troviamo anche il film di Piacenza – costruite intorno al contemporaneo. Apertura con Sing 2 – Sempre più forte, chiusura con Alise di Valerie Lemercier, biopic romanzato su Celine Dion.