Sono ore calde per il testamento biologico in discussione alla Camera. Ma tra prese di posizione, polemiche e rinvii, in undici anni di battaglie per garantire ai cittadini il diritto all’autodeterminazione alla fine della vita, come Associazione Luca Coscioni abbiamo sempre avuto conferma che la vera partita si gioca sul campo della conoscenza e dell’informazione.

Per questo, per evitare che la politica possa anche questa volta sottrarsi all’urgenza di prendere una posizione, proviamo a manifestare direttamente l’importanza di una legge sul fine vita e di un vero dibattito sul tema: sabato 8 aprile organizziamo una prima giornata mobilitazione in 18 piazze italiane insieme a medici, infermieri e operatori sanitari per chiedere l’approvazione della legge sulle Dat. A maggio convocheremo una intera settimana di mobilitazione con l’obiettivo di raggiungere tutte le provincie. «Dal corpo del malato al cuore della politica»: sabato il nostro motto e missione sarà ribadito, spostando simbolicamente il dibattito sul testamento biologico dalle aule di tribunale o del Parlamento direttamente nelle piazze: a Milano, Roma, Firenze e Bologna medici e notai saranno a disposizione dei cittadini per informarli e dare loro la possibilità di autenticare le proprie disposizioni anticipate di trattamento.

Vista l’assenza di un vero confronto televisivo sulle ragioni a favore e quelle contro la legge in discussione, e nonostante la latitanza dei vertici dei partiti, la nostra azione continua, perché, al di là delle polemiche sterili e di scontri faziosi che rispondono più agli interessi di posizionamento dei partiti che ad affrontare con serietà il tema, è importante che i cittadini siano informati sui loro diritti e su come tutelarli. Quando i cittadini sono informati, attraverso un caso di cronaca o le vicende vissute personalmente, si vedono subito gli effetti: dopo la vicenda di Fabo, che aveva chiesto aiuto per fare valere il proprio diritto a scegliere di interrompere la propria vita e che è riuscito a ottenerlo in Svizzera con l’aiuto di Marco Cappato, c’è stata un’ondata di attenzione e sensibilità al tema, tanto che, per fare un solo esempio, il registro del testamento biologico attivo presso l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Milano ha registrato un’impennata di iscrizioni da parte dei milanesi intenzionati a rilasciare le proprie disposizioni anticipate di trattamento. In assenza di una legge, nessuno può garantire che queste volontà vengano rispettate.

Non solo i cittadini sono pronti a buone regole liberali: anche i medici, tra principali interlocutori di questa battaglia, fanno sentire la propria voce anche al di là degli organismi ufficiali. È arrivata a 1.000 firme la ‘Carta dei Medici per il Testamento Biologico’ promossa da Mario Riccio – il medico di Piergiorgio Welby e membro del consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni. Recentemente anche Roberta Chersevani, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (FNOMCeO) si è augurata che il testo venga approvato in questa legislatura per tutelare il medico nel momento in cui rispetti la volontà del paziente.

Un recente sondaggio indica come la maggioranza assoluta dei medici sia non solo favorevole al testamento biologico, ma anche all’eutanasia. È ormai chiaro che esiste una maggioranza trasversale di parlamentari favorevoli a una buona legge sul testamento biologico: la mobilitazione di sabato serve anche a chiedere che le manovre di partito non impediscano al Parlamento di scrivere una bella pagina di democrazia e rispetto per le libertà fondamentali.

* L’autore è dell’Associazione Luca Coscioni