Se uno studente a scuola non è bravo, di chi è la colpa? Risposta: dei docenti. Sì, certo. In parte può anche essere vero. Ma dipende anche da chi sono gli studenti. O no? Certo. Anche perché altrimenti non si spiegherebbe la differenza di competenza e di preparazione di studenti diversi che hanno lo stesso docente.
Eppure chi ha scritto e pensato l’ultimo decreto-scuola pare non la pensi così. E si scopre, finalmente, il vero utilizzo dei famigerati test Invalsi: giudicare i docenti. Non era meglio il vecchio ispettore scolastico che entrava nelle classi e osservava i docenti all’opera di fronte alla classe? Ne seguiva l’interazione? La didattica? No. Meglio i test. Anche se non oggettivi. Dovevano essere solo test a campione, sono diventati obbligatori per tutti. Insomma, dove i risultati dei test Invalsi sono scarsi, – e per scarsi si intende inferiori alla media nazionale, – i docenti sono rimandati e devono tornare a studiare.
Ancora una volta, tutto a rovescio rispetto a ciò che accade all’estero: invece di una formazione permanente per tutti i docenti, con un tot di ore obbligatorie di aggiornamento ogni anno – ma anche pagate – in Italia il nostro governo di finti tecnici resta dovrebbe essere prioritario e messo a bilancio. Ma non è così per risparmiare. E trasforma l’aggiornamento in una forma punitiva per pochi. Sempre per risparmiare. Chi sono i docenti peggiori? I penalizzati? I rimandati? Naturalmente quelli che lavorano in particolari contesti come le zone a rischio o a forte concentrazione di immigrati. Possibile che gli estensori di questo ridicolo articolo del decreto non intuiscano che se anche il miglior docente del mondo insegnasse in scuole che si trovano in aree particolarmente degradate della nostra penisola, sarebbe anche lui considerato un docente rimandato? Tra l’altro, le ore di aggiornamento che i docenti rimandati dovranno sostenere, sono un’aggiunta al normale monte ore di lavoro nella gestione delle classe. Non si può fare a meno che prendere atto dell’incompetenza che regna sovrana nel ministero dell’istruzione. Da anni. Pensano da dare un’idea di efficienza con queste trovate pseudomeritocratiche, ma creano solo confusione, suscitano ilarità e tristezza al tempo stesso. Valutate un docente attraverso le risposte chiuse che danno i suoi studenti? Invece di osservarlo lavorare dal vivo? Di giudicare la sua didattica? Ma di cosa state parlando? Di quale scuola? Di quali studenti? Ma da quanti decenni non entrate in un’aula scolastica? Vergogna! Ma tornate a scuola voi, per favore! I veri somari non sono nè i docenti nè gli studenti, siete voi! Non meritate nessun esame di riparazione: siete bocciati. Per inadeguatezza a gestire la scuola pubblica italiana.