Terza polizza per Raggi e lei smette di parlare di stadio
Calata di cemento su Roma Vietato rispondere alla stampa per i consiglieri M5S ma parla su Fb il dissenso di base
Calata di cemento su Roma Vietato rispondere alla stampa per i consiglieri M5S ma parla su Fb il dissenso di base
L’onda lunga del dissenso alla grande opera calcistica di Tor di Valle arriva anche presso i consiglieri comunali. I malumori emersi due giorni fa, dopo il vertice con costruttore e società calcistica, continuano a ripercuotersi in Campidoglio. Dove ieri era prevista una riunione della maggioranza allargata ai presidenti di municipio, allo scopo di discutere e dirimere le situazioni di crisi di alcuni dei mini-sindaci pentastellati. Inevitabilmente si è parlato anche di stadio e sono venuti fuori ancora una volta i mal di pancia.
Proprio per evitare che la situazione degeneri, dalla comunicazione grillina hanno emanato il diktat che di fatto impedisce a qualsiasi rappresentante, che sieda in Comune o nei municipi, di parlare con la stampa. È la prima volta che una misura del genere, consueta su scala nazionale, viene presa anche in un contesto locale. «Ci hanno detto di non parlare, potremmo danneggiare l’amministrazione», dice uno degli eletti sfuggendo alle domande. La linea di condotta, la detta il deputato Riccardo Fraccaro, uno dei pretoriani messi dal nazionale attorno a Raggi: «Non c’è nessuno scontro nella maggioranza capitolina in merito alla realizzazione dello stadio dell’As Roma a Tor di Valle, anche perché c’è una trattativa in corso e finché non si chiude la trattativa…».
LE NOSTRE DOMANDE sono arrivate ugualmente alla pagina Facebook del Tavolo Urbanistica del M5S romano, che sta conducendo in maniera più netta e da qualche tempo la sua opposizione allo stadio. I componenti raccontano di non aver avuto nessuna forma di interazione con la sindaca, fino ad ora. Sono polemici con la linea assunta dalla giunta ma anche con la gestione di Berdini, che secondo il coordinatore Francesco Sanvitto «ha trovato un modo per sfilarsi dalle responsabilità».
E perché mai? «Non ha voluto presentare pubblicamente la delibera di annullamento che gli avevamo consegnato più di un mese fa, ha partecipato avallando trattative che sapeva essere inutili e oggi può raccontare di essere stato l’unico baluardo contro la cementificazione mentre i grillini sono con gli speculatori».
Quando chiediamo loro come andrà a finire, rispondono: «Vedremo se il Sindaco di Roma si accorgerà che in città e, casualmente, tra gli attivisti del suo stesso Movimento ci sono quelle competenze e professionalità che assolutamente mancano presso la ‘corte dei miracoli’ che il M5S le impone e che vengono dall’esterno».
SULLO STADIO, ieri si è espressa Italia Nostra. «Quando si fa un’opera di questa importanza strategica il luogo non può essere imposto dai costruttori – affermano in un documento firmato dalla sezione romana dell’associazione ambientalista – Non è questione di No preconcetti ma di restituire al Comune di Roma la sovranità e i propri poteri di decidere dove si fanno le grandi opere. Stupisce grandemente che una forza che ha il potere a Roma sull’onda dell’indignazione di una politica che da troppo tempo era succube dei poteri forti, accetti diktat sulla pianificazione urbanistica e quindi sulla qualità della vita della gente, sulle esigenze delle periferie e sulle infrastrutture mancanti».
L’idea di costruire impianti sportivi non dispiaceva a Italia Nostra, in tempi non sospetti. «Già molti anni fa aveva proposto che a Roma ci fossero due stadi, uno per la Roma e l’altro per la Lazio, per liberare il Complesso Monumentale del Foro Italico», dicono. «Lo stadio – conclude Italia Nostra rivolgendosi ai tifosi della Roma – deve essere costruito nelle regole dell’attuale Piano regolatore, e potrebbe essere realizzato molto prima di quello di Tor di Valle per il quale si annunciano ricorsi, esposti e sgambetti giuridici di ogni tipo».
IERI SI È APPRESO che Virginia Raggi è beneficiaria anche di una terza polizza sulla vita stipulata da Salvatore Romeo, causale «rapporto affettivo». Si tratta di un investimento da 8.000 mila euro che l’ex capo della segreteria della sindaca ha sottoscritto il giorno successivo alla notizia, resa nota dalla Raggi, di avere ricevuto l’invito a comparire dalla procura per l’indagine che la vede indagata per falso e abuso d’ufficio per la nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele ex capo del personale del Comune.
Appreso dell’ennesima polizza intestata a suo nome, la sindaca ha annunciato un esposto in procura contro Romeo, sul quale trapela un’ulteriore dettaglio. Il funzionario comunale aveva a disposizione una cassetta di sicurezza, che venne prontamente svuotata lo scorso 19 dicembre, cioè al primo giorno utile dopo l’arresto di Raffaele Marra.
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