Trentaquattro richieste di rinvio a giudizio per il caso degli appalti delle casette dei terremotati del Centro Italia. La procura di Ancona chiede così il processo per il dirigente della protezione civile delle Marche David Piccinini, per il presidente del consorzio Arcale Giorgio Gervasi, per il responsabile unico del procedimento Stefano Stefoni, per il direttore dell’esecuzione Lucia Taffetani e per i rappresentanti di 15 aziende che hanno lavorato nel cratere del sisma alla costruzione dei villaggi di Sae tutt’ora abitati da migliaia di sfollati. I reati contestati sono truffa, falso e abuso d’ufficio.

Le indagini, chiuse nel febbraio dell’anno scorso, si riferiscono a fatti avvenuti tra il 2017 e il 2018 tra aziende prive di certificazioni antimafia, non iscritte alle «white list» delle prefettura e con multe lacune sul versante dei certificati tecnici. Per aggirare le mancanze, sostiene la procura di Ancona, i tecnici regionali avrebbero attestato il falso. Rilievi sulla scarsa trasparenza delle procedure erano già stati fatti nel 2018 dall’Anac di Raffaele Cantone.

In totale, soltanto per quello che riguarda le Marche, per la costruzione delle casette ci sono state circa 1.300 richieste di subappalto, con quasi 100 ditte coinvolte.

Alla fine, sia pure con molti ritardi, sono stati costruiti 4.200 moduli in 85 comuni diversi. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 27 settembre.