Tutti espropriati, serve spazio per un resort. È in questi giorni che gli abitanti di Rubbiano, frazione di Montefortino in provincia di Fermo, stanno ricevendo gli avvisi che hanno seguito l’ordinanza comunale del 23 dicembre: «Procedimento per l’approvazione del progetto definitivo con l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità». In pratica, abitazioni, terreni, cantine, garage, legnaie, pollai, stalle, orti e giardini verranno presi in consegna per portare a termine un progetto da 7 milioni di euro per lo «sviluppo dell’offerta ricettiva» e la «valorizzazione delle Gole dell’Infernaccio», uno dei luoghi più suggestivi dell’Appennino umbro-marchigiano. Gli interessati hanno 30 giorni per presentare le proprie osservazioni.

A guardare la piantina allegata al progetto si vede che mentre il borgo occupa uno spazio ridottissimo, il nuovo resort lo supererà in estensione di almeno cinque o sei volte. Ci saranno un centro polivalente, campi da bocce, un teatro, locali commerciali, gli immancabili parcheggi. E i terremotati? Accomodarsi, prego. Rubbiano è zona rossa da 5 anni, le macerie dell’ondata sismica del 2016 e del 2017 sono ancora lì, le domande di ricostruzione giacciono nei mitici cassetti degli uffici e l’attesa è l’unica possibilità per poter sperare ancora in una qualche forma di futuro. Il sindaco Domenico Ciaffaroni (al quinto mandato) non vuole perdere tempo: l’occasione è ghiotta. I cittadini sono sul piede di guerra e già stanno cominciando a organizzarsi con un comitato. Basterà? Difficile a dirsi, anche perché parliamo di una frazione con una cinquantina scarsa di residenti.

Il resort sorgerà grazie alle risorse del Cis (il «Contratto istituzionale di sviluppo del Cratere Centro Italia» presentato lo scorso aprile dalla ministra Mara Carfagna, con una dotazione di 160 milioni di euro) e del Pnrr. A scorrere i progetti presentati dalla Regione Marche per accedere al Fondo complementare Pnrr Sismi 2009-2016, sembra che stia arrivando la rivoluzione: due tronconi da 53 e da 50 milioni di euro che prevedono l’installazione nel cratere di quattro impianti sciistici di risalita, un centro termale, un «parco intergenerazionale solidale», piste ciclabili, valorizzazioni varie, hub multimediali e «recuperi a destinazione servizi turistici culturali intercomunali».

Così, mentre il numero delle domande per ricostruire le abitazioni continua a salire e il commissario Giovanni Legnini si fa in quattro per cercare di far allargare i cordoni della borsa alla Cassa depositi e prestiti, la Regione ha chiarito definitivamente qual è il suo punto di vista sull’Appennino del futuro: un parco giochi per turisti, ottimamente accessoriato e ben servito. L’ideale per trascorrere qualche giorno di vacanza. Chi in questi luoghi ci vive e vorrebbe restarci o ci viveva e vorrebbe tornarci viene ovviamente dopo.