La contrapposizione tra gli operai delle acciaierie di Terni e la Thyssen Krupp somiglia sempre più a una partita a scacchi dai ritmi estenuanti e compressi.

Alla strategia della tensione psicologica scelta dall’ad Thyssen Lucia Morselli, che ha bloccato il pagamento degli stipendi fino alla sospensione degli scioperi, ha risposto il cuore grande degli operai che, a larghissima maggioranza, hanno preso alla lettera le parole con cui Stefano Garzuglia (Rsu Fiom) ha tuonato dal palco di S. Giovanni il 25 ottobre: «Resisteremo un minuto più del padrone». Così gli scioperi proseguono. Nonostante il freddo delle notti ai presidi, le manganellate, la fiducia del Parlamento al ministro Alfano che ne è politicamente responsabile, gli stipendi non pagati e le provocazioni dell’azienda. «Proseguiamo lo sciopero – dice Antonio, operaio del forno ad arco elettrico che l’azienda vorrebbe chiudere – perché anche se rientriamo gli stipendi Morselli non ce li paga lo stesso. Può derogare il pagamento del salario per 15 giorni a partire dal 27. Vuole fiaccarci, ma non glielo permetteremo».

Gli operai non sono soli. Accanto a loro c’è una città intera che risponde all’arroganza dell’azienda. E ci sono gli operai tedeschi degli stabilimenti Thyssen, che esprimono solidarietà. Riposti ordinatamente all’interno del Comune, presidiato dai lavoratori delle acciaierie, ci sono scatoloni con beni di prima necessità messi a disposizione delle famiglie operaie da alcune grandi catene commerciali che hanno avviato una raccolta alimentare straordinaria. La Cgil dell’Umbria ha chiesto a tutte le strutture di aderire alla raccolta fondi per sostenere le iniziative dei lavoratori mediante versamento su un apposito conto corrente bancario. Tra le iniziative, la nascita del Coordinamento operai e cittadini per le acciaierie. Lo striscione «Sei di Terni se lotti con noi», sorretto dalle mogli e compagne degli operai, ha aperto la fiaccolata di solidarietà che ha concluso la giornata di mercoledì, segnata dalla tensione.

Dopo la richiesta di un ulteriore ribasso del 20% sul costo degli appalti da parte dell’ad Thyssen Morselli, la direzione di Ilserv – la principale ditta dell’indotto industriale Ast – ha infatti comunicato l’annullamento dell’appalto, annunciando la richiesta di cassa integrazione straordinaria per 200 lavoratori. L’incontro tra Ilserv e sindacati si è svolto in una Prefettura assediata dai lavoratori, preoccupati anche dal diffondersi della notizia secondo la quale l’appalto di Ilserv sarebbe passato a Ecoindustria, ditta della galassia Ast già oggetto delle denunce della Fiom di Terni poiché titolare di un numero record di precari (80 su 120 dipendenti) e beneficiaria di una proroga (firmata da Cisl e Uil, non dalla Fiom) con cui prolungare la precarietà oltre i limiti di legge. Nell’incontro di ieri al Mise Morselli ha però comunicato che l’appalto sarà prolungato fino a fine anno, come quello di tutto l’indotto, senza la contestata riduzione del 20%.