Incandescente, come i fuochi che rischiarano e scaldano le notti operaie ai picchetti allestiti davanti alle portinerie dell’acciaieria TK Ast, presidiati 24 ore su 24 dai lavoratori, la protesta a Terni non si ferma.

Le speranze suscitate dalla debordante manifestazione dello scorso 17 ottobre, dove esattamente un ternano su tre è sceso in piazza per difendere la «sua fabbrica», hanno però subito un duro contraccolpo dalla Thyssen Krupp che, incurante di una comunità che si stringe attorno a uno degli ultimi poli industriali d’eccellenza rimasti in Italia, annuncia pochi giorni dopo una riduzione turnistica e della produzione per tutta l’area di lavorazione «a caldo» delle acciaierie. Secondo le Rsu aziendali, un’applicazione strisciante del (non) piano industriale già giudicato irricevibile. La risposta di tutto il fronte sindacale è stata unanime: sciopero generale di tutto il gruppo Ast, indotto industriale compreso, con presidi di tutti gli ingressi della fabbrica, del Comune e della Prefettura.

Il Comune di Terni ha decretato la sospensione di tutti gli atti amministrativi che non abbiano carattere di urgenza e di notte apre le porte agli operai del presidio, evitando loro di passare la notte al freddo. Il sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo (Pd), autore di un discusso (e applaudito) intervento in Consiglio Comunale in cui ha ipotizzato il boicottaggio dei prodotti Thyssen in Italia, dice a il manifesto che «il governo deve fare di più, perché questa non è una normale crisi industriale, ma una vertenza che nasce dal pronunciamento dell’antitrust Ue, le cui direttive sono state applicate in maniera burocratica senza valutarne risvolti politici e industriali. L’acciaieria di Terni – continua il Sindaco – è un’azienda che potrebbe stare tranquillamente sul mercato, fiaccata da due anni e mezzo di stallo dovuti a controverse vicende proprietarie, ma con qualità e impiantistica di livello indiscutibile. Non lo dico io, che sono il sindaco di Terni e quindi sono di parte, ma la Commissione Europea, secondo la quale gli stabilimenti di Terni sono superiori a quelli tedeschi e pari a quelli finlandesi di Tornio – sede del colosso dell’acciaio Outokumpu – situati sul mare e con un vantaggio competitivo enorme, poiché essendo distanti solo pochi chilometri dall’unica miniera di cromo in Europa occidentale, non devono acquistarlo sul mercato. Quello che manca alle acciaierie di Terni – prosegue ancora Di Girolamo – è solo chi voglia utilizzarle seriamente. Per questo il governo non può limitarsi a essere arbitro tra una multinazionale che vuole dismettere una produzione strategica e chi vuole preservarla».

La presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini (Pd), giovedì ha incontrato il governo, riferendo che Renzi seguirà direttamente la questione e convocherà nuovamente l’azienda per mercoledì 29. Marini non ha risparmiato critiche al comportamento dell’azienda, che non dimostrerebbe alcuna responsabilità sociale nonostante, grazie alla legge di stabilità, beneficerà di quasi 7 milioni di euro di sconto sull’Irap. Ma la multinazionale è abituata alle polemiche, e la migliore dimostrazione l’ha offerta l’a.d. Thyssen Krupp Lucia Morselli mercoledì notte, presentandosi a sorpresa agli operai che presidiavano la fabbrica, accompagnata in auto dal questore e un dirigente della digos. Nell’incredulità e lo stupore generali, quella che è unanimemente riconosciuta come l’ideatrice del licenziamento di 537 dipendenti ha promesso ai lavoratori infreddoliti ai picchetti investimenti su Terni, dichiarandosi disposta a fare marcia indietro su molte cose. Gli operai presenti al presidio, nonostante l’incredibile situazione, hanno mantenuto i nervi saldi, ma i sindacati hanno comunque denunciato la manager per comportamento antisindacale e inoltrato un esposto alle autorità competenti, poiché «quel gesto – dice Garzuglia, (Rsu Fiom) – poteva compromettere la tenuta dell’ordine pubblico, e se ciò non è successo è solo grazie all’intelligenza dei lavoratori».

Oggi a Roma i lavoratori Tk Ast si faranno sentire di nuovo alla manifestazione nazionale della Cgil dove saranno presenti in tanti.