Roccaforte rossa, città dell’acciaio, Terni crolla sotto l’onda leghista che trascina il centrodestra a un passo dalla vittoria al primo turno. Il candidato sindaco, espressione del Carroccio, Leonardo Latini si ferma infatti al 49,22% dei voti. Il 24 giugno sarà al ballottaggio con Thomas De Luca, del Movimento 5 Stelle, che ha ottenuto il 25,03%. La Lega diventa il primo partito in città con oltre il 29%. Secondi i 5S con il 24,42%. Crolla il Pd, che ha guidato il comune fino al gennaio scorso, quando Leopoldo Di Girolamo si è dimesso da sindaco. I dem, che candidavano Paolo Angeletti, ottengono solo il 12,57% dei voti, meno della metà rispetto al 2014, quando superarono il 30%. E 10 punti in meno delle politiche del 4 marzo (22%). Giù di oltre 8 punti l’affluenza: dal 67,5 al 59,4%.

«Speravo di vincere al primo turno, ma l’impresa è stata comunque epica – commenta Latini -. Abbiamo rotto schemi ed equilibri». Mentre secondo il 5S De Luca «la partita è pienamente aperta, il ballottaggio riparte da zero a zero».
La sfida del 24 giugno sarà dunque tra due forze politiche alleate al governo nazionale. Ma «al ballottaggio parleremo all’elettorato della sinistra, perché crediamo che un’eventuale vittoria del centrodestra sarebbe in totale contrasto con l’identità e la storia di Terni», sostiene il candidato sindaco del Movimento 5 stelle. «L’astensionismo ha inciso in maniera preponderante – dice ancora De Luca – e ha interessato gran parte dall’elettorato deluso dal Pd. Questa assenza ha pesato. Noi riusciremo a parlare a chi è rimasto a casa: siamo la forza politica che più può garantire quei valori di solidarietà e laicismo che non vengono garantiti dal centrodestra».

Anche Latini guarda al bacino dell’astensione: «Quando si restringe il campo ci rivolgeremo a chi non ha votato e a chi ha preferito fare altre scelte. Continueremo a stare in mezzo al popolo come avviamo sempre fatto e lo faremo anche dopo il 24 giugno», scrive su Facebook.