Il piazzale antestante al Campidoglio è stato teatro ieri di una protesta che prosegue ormai da quasi due anni. Quella che vede gli spazi femministi, le Case delle donne della capitale, in lotta contro un’amministrazione che con le sue scelte politiche sta minato la possibilità di esistere in autonomia di questi luoghi. Casa Internazionale delle Donne e Casa delle Donne Lucha y Siesta si sono convocate sotto il gli uffici della sindaca Raggi, insieme a tante altre associazioni, collettivi, esponenti sindacali e reti di movimento come Non Una di Meno.

I DUE PROGETTI RISCHIANO entrambi lo sgombero, entrambi sotto scacco per ragioni «di legalità» che a ben guardare però sono di fatto interessi economici. Lucha y Siesta infatti dovrebbe scomparire affinché lo stabile sia venduto all’asta per coprire i buchi di bilancio dell’Atac. Alla Casa Internazionale delle Donne invece viene chiesto di pagare l’affitto al Comune, compresi gli arretrati. L’obiettivo comune della piazza era quello di vedersi riconosciuti in primis come presidi di autonomia e politica delle donne. «Siamo ancora in piazza – dice una delle manifestanti dal megafono- per ribadire che gli spazi delle donne sono luoghi preziosi che rappresentano la lotta di decenni. Siamo qui a parlare con la prima sindaca donna per chiederle che restituisca dignità politica a questi luoghi».

MENTRE IL PRESIDIO si svolgeva, riempendosi di manifestanti e cartelli fucsia, via social imperversava il balletto delle dichiarazioni politiche, facendo emergere non poca tensione sul piano locale tra i due alleati di governo. Se il presidente della regione Zingaretti aveva dichiarato di voler stanziare 700 mila euro l’anno per monetizzare i servizi erogati dalla Casa Internazionale delle Donne, l’assessora al Patrimonio Vivarelli gli ha risposto prontamente su Facebok: «A questo punto ci auguriamo possa fare la stessa cosa con altre associazioni private che hanno un debito con i cittadini di Roma».

SU QUESTI TONI anche le altre dichiarazioni degli esponenti romani del M5S. La senatrice Maiorino, vicepresidente vicaria del gruppo M5S Senato si espressa anche lei dalla sua pagina Facebook. «Come hanno deciso di contrastare la cultura patriarcale?» chiede riferendosi alle dichiarazioni delle attiviste di Lucha y Siesta «occupando un immobile di proprietà di Atac, e ora rifiutando di spostarsi altrove. L’immobile ricade tra quanti Atac deve vendere per il piano di rientro economico. Presto i posti letto disponibili su Roma saranno più di quanti ve ne sino mai stati. L’illegalità non può essere un valore».

«CONTINUANO DA MESI a rispondere solo parlando di interessi economici e posti letto, attribuendosi una medaglietta ogni volta che “ricollocano” una donna» dice una portavoce di Lucha «questo ci conferma che non colgono la portata di un progetto femminista, parlano delle donne come fossero pacchi». Il distacco delle utenze per lo stabile di Via Lucio Sestio è previsto per giovedì 20 febbraio.