Ogni tanto la free improvisation radicale e la musica contemporanea di origine «dotta» radicale si incrociano e diventano la stessa cosa. Una musica del contemporaneo inteso come il tempo del vivere con il desiderio della ricerca, del piacere, della composizione di relazioni aperte. Un evento così c’è stato nell’ottobre 2018 al festival Forlì Open Music. L’ensemble riunito per l’occasione si chiamava Open Border (per l’appunto…). E questo nome è anche il titolo dell’album che riproduce quel concerto.

LUIGI CECCARELLI, un compositore ben celebre nella «contemporanea» anti-dogmatica, all’elettronica fa un po’ il regista (re-inventore, inventore) della sessione completamente improvvisata. Hamid Drake, un percussionista jazz amatissimo, gran virtuoso, seduttore pratico di avanguardie e di africanità, dispensa tocchi che farebbero l’invidia di Stockhausen. Gianni Trovalusci, flautista che dalla neue musik passa volentieri alla free music (è partner preferito di Roscoe Mitchell), soffia in tubi di varia grandezza suoni lunghi e puntati che viaggiano nelle galassie. Ken Vandermark, sassofonista e clarinettista, sfoggia le sue migliori doti di jazzman ultra-free, dimentica Rollins a attinge a Ligeti. Buonissimo cocktail.