Tempi supplementari. L’incontro di ieri tra sindacati e Indesit nei locali del ministero dello Sviluppo Economico si è concluso con un sostanziale nulla di fatto. «L’amministratore delegato Marco Milani – racconta Fabrizio Bassotti della Fiom di Fabriano – ha ribadito la scellerata decisione di procedere con il piano. Il ministro ha fatto una proposta di metodo e ha invitato a discutere soluzioni alternative».

Prossimo appuntamento fissato per martedì 16, ancora al ministero. Sul piatto ci sono 1425 posti di lavoro tra Fabriano, Comunanza e Caserta. A tanto ammontano, infatti, i tagli previsti dalla multinazionale, che vuole delocalizzare parte della produzione tra Polonia e Turchia. Ad oggi, comunque, i reparti chiusi sono due: il «building» di Melano, nelle Marche, e quello di Taverola, a Caserta.

Piazza Affari ha fatto sentire la propria voce con il titolo Indesit che, a fine giornata, ha fatto registrare un eloquente ribasso del 4.25 per cento.
Flavio Zanonato, dal canto suo, si mostra abbastanza ottimista: «Milani ha dichiarato che Indesit resterà in Italia, non sarà venduta, non licenzierà nessuno e manterrà tre siti produttivi: sono affermazioni molto importanti». Vede «uno spiraglio» anche Anna Trovò di Fim Cisl, ma, spiega, «bisognerà verificare le reali intenzioni dell’azienda. Tutte le iniziative di mobilitazione sono confermate».

Chi aspetta ad esultare è Maurizio Landini della Fiom: «Quello che la Indesit dice è contraddittorio rispetto a quello che la Indesit fa. È necessario che cambino il piano industriale». In questo senso potrebbe rivelarsi molto importante il discorso degli ecobonus, con il Senato che ha già cominciato ad analizzare il decreto. In sostanza, si prevedono sgravi Irpef del 50 percento sulla spesa per l’acquisto di grandi elettrodomestici con un limite massimo di 10mila euro, ma solo per chi effettua lavori di ristrutturazione.

Messa così sembra un bell’assist proprio alla Indesit, che degli elettrodomestici, in Italia, è la regina. Abbastanza per far cambiare idea all’azienda sui licenziamenti? Difficile dirlo adesso, ma per i sindacati è ancora troppo poco: oggi ad Aversa i lavoratori scenderanno in piazza, mentre il 12 luglio la protesta si sposterà a Fabriano, con i sindacati che promettono un corteo da settemila persone. E l’estate diventa bollente.