Un po’ di numeri per la nuova edizione del festival di Locarno, la 67 appunto, che oggi inaugura le proiezioni. Tantissime, sparse ovunque, in 3 sale cinematografiche per 5 schermi, in 3 spazi trasformati in cinema, 2 spazi scolastici e 1 auditorium palazzetto, 2 sale video, e 1 piazza con uno schermo di 26 metri per 14, quindi 364 metri quadrati (divertente vedere il montaggio dello schermo in time lapse realizzato dal fotografo Massimo Pedrazzini con uno scatto ogni 30 secondi, quindi in 6 giorni di lavoro 11.340 scatti, diventati 5670 dopo la scrematura notturna visibile sul sito del festival pardolive.ch/en/Pardo-Live/today-at-the-festival/2014/day0/timelapse-Piazza-grande.html#.U-DsoGP4L74).

12 milioni e 500mila franchi svizzeri il budget, poco più di 10 milioni di euro, ripartiti tra finanziamenti pubblici, sponsor e sbigliettamento che fa guardare spesso il cielo in cerca di clemenza perché le proiezioni serali in piazza fanno convergere migliaia di appassionati cinefili paganti che si riducono sensibilmente in caso di pioggia. Ieri sera un prologo con i 400 colpi di François Truffaut, un omaggio prefestival in occasione dei 30 anni dalla scomparsa del grande regista, ma anche per celebrare Antoine Doinel il suo alter ego cinematografico, interpretato da Jean-Pierre Léaud che ha da poco compiuto 70 anni e che ha sostenuto quel ruolo ben 5 volte

Celebrazioni anche nel pomeriggio di oggi per ricordare che il 7 febbraio 1914 apparve per la prima volta sullo schermo un personaggio destinato a essere la storia stessa del cinema: Charlot. Kids auto races in Venice (località balneare di Los Angeles, non quella italiana dove qualche anno più tardi verrà inventato il concetto di Festival del cinema). Charlot si distingue, è il titolo italiano di quella comica Keystone in cui il personaggio fa il suo esordio proprio compiacendosi di essere ripreso durante una gara di automobiline per bambini. 7 minuti diretti da Henry Lehrman, prodotti da Mack Sennett. In omaggio a Chaplin a Locarno viene invece proiettato Tempi moderni, con tanto di accompagnamento musicale dal vivo perché, come tutti sanno, nonostante il film sia del 1936, quindi realizzato diversi anni dopo l’avvento del sonoro, Chaplin lo volle fare muto lasciando tutto lo spazio alle fantastiche trovate del suo personaggio.

E l’omaggio a Charlot permette di introdurre un altro elemento portante di questa edizione del festival: la retrospettiva Titanus (le proiezioni che prevedono 54 titoli iniziano oggi), perché Gustavo Lombardo, il capostipite dell’azienda, fu proprio il primo a distribuire in Italia le comiche di Charlie Chaplin. Ma, si sa, il grande pubblico è quello della piazza e questa sera avrà occasione di respirare il profumo del cinema. Oltre alla presentazione delle giurie ufficiali, quella del concorso ufficiale è presieduta da Gianfranco Rosi, verrà premiato Jean-Pierre Léaud, poi sul palco ci sarà anche Melanie Griffith, un pizzico di Hollywood quindi, scesa a Locarno per accompagnare Thirst un corto di Rachel McDonald che partecipa ai Pardi di domani.

E per completare l’asse Parigi-Los Angeles sarà di scena il regista Luc Besson, chiamato a inaugurare ufficialmente il festival con il suo nuovo lavoro: Lucy, interpretato da Scarlett Johansson. 80 milioni di dollari già incassati in due settimane, sul mercato statunitense, per un thriller al femminile che intende rinverdire i fasti di altre eroine bessoniane, da Nikita a Jean d’Arc, senza trascurare la ragazzina di Leon, l’indimenticabile Mathilda interpretata da una dodicenne Natalie Portman, e il biopic The Lady sulla figura di Aung San Suu Kyi. Questa volta Lucy è un corriere della droga CPH4, solo che il suo rapporto con la sostanza sintetica la trasforma in una specie di supereroina (e ogni riferimento alla polvere di derivazione papaverica è puramente casuale).

Da domani si entra nel vivo del programma, come sempre fittissimo, fatto di film, incontri, masterclass, dibattiti, tutto all’insegna del cinema perché il Festival di Locarno è forse la manifestazione che più si avvicina allo spirito della Festa, con sbarchi di masse giovanili, e non solo, tutti tifosi di ombre elettriche come le hanno chiamate i cinesi. Anche se oggi sono diventate elettroniche.