Scena da "Nikita"
Scena da "Nikita" – foto di Gabriele Acerboni
Visioni

Tempi comici, monologhi di melanconiche esistenze

A teatro Altre performance per Inequilibrio, il festival di Armunia arrivato alla sua XXVII edizione
Pubblicato 3 mesi faEdizione del 13 luglio 2024
Mariateresa SurianelloCASTIGLIONCELLO

Uno sterrato in salita nel Parco Poggetti apre i polmoni e predispone gli animi all’incontro con Marcello Sambati. Nella calura del tardo pomeriggio, la potente epifania del poeta si spande sulla collina di Rosignano Marittimo, la voce profonda rompe il silenzio, ai piedi gli stivaletti di Leo de Berardinis. Con passo fermo e regolare Sambati conduce nella boscaglia a soffermarsi sul fogliame e poi a immergersi nell’ombra di un ramo, in una contemplazione oltre l’azzurro del mare interrotto dall’Isola d’Elba. Un rito poetico, questo Ontogenesi, moltiplicato nell’ascolto in solitudine di ciascun partecipante. Se ne esce stordite, mentre in discesa si corre verso un altro appuntamento di Inequilibrio, il festival di Armunia arrivato alla sua XXVII edizione. Con la direzione artistica di Angela Fumarola, il programma occupa diversi luoghi con decine di spettacoli, mantenendo però a Castello Pasquini di Castiglioncello, dove nell’anfiteatro Chiara Lagani incanta con I libri di Oz, il punto di ritorno dopo ogni escursione teatrale.

TRA QUESTE, Francesca Sarteanesi inonda il Teatro Nardini con il flusso monologante ad alta pressione di Nikita. Collocata dietro un parapetto sbrilluccicante, a getto continuo vomita verso la sua muta interlocutrice una sequela di vicende di una donna sola e determinata a mantenere il suo status di ilare sofferenza. Con un linguaggio icastico e i giusti tempi comici l’attrice-autrice-regista racconta un mondo fantastico di corteggiatori e amanti, esaltando la decadente e melanconica esistenza in una roulotte del luna park. Ma il festival è solo il momento di maggiore visibilità dell’attività di Armunia, che si snoda lungo l’intero corso dell’anno e offre una casa a molte realtà artistiche. E le residenze sono forse il valore più alto per la comunità teatrale.

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