Abbiamo letto con un certo sgomento la lettera del Responsabile Comunicazione Italia Telt, la società incaricata di gestire gli appalti per la tratta internazionale della Torino-Lione, pubblicata martedì 21 sul manifesto.

Sono diversi i punti controversi e criticabili della dichiarazione, ma uno in particolare apre a scenari misteriosi e inauditi.

Scrive Gianluca Dati per conto di Telt che «il costo del progetto approvato dal Cipe il 20 febbraio e presentato alla Commissione europea il 26 febbraio, per la realizzazione del tunnel di base di 57 km, è di 86 milioni di euro al km». Lasciamo perdere che il Cipe ha approvato solo i 17 km in territorio italiano, questo è un errore veniale. A suscitare perplessità e timore è la stima dei costi: 86 milioni di euro al km.

Perché 86 milioni di euro, come sta scritto su un documento ufficiale sul sito del governo (qui il pdf) è il costo di «una sola canna» (l’allegato citato è tratto dalla «Nota informativa e valutazione sui costi della Torino-Lione» del 9 Novembre 2014 di Mario Virano; che ora è, incidentalmente, a capo di Telt), mentre il tunnel, fino al comunicato di Telt di ieri, era progettato a «doppia canna».

Per un totale di 86 × 2 = 172 milioni di euro al km.

Telt vuol forse dirci che hanno dimezzato il progetto? Solo una canna? Solo andata? Oppure giocano sui costi?

Sembra la battuta: «Quanto pesi?», «70 chili», «…per gamba». Invece è tutto dannatamente serio, perché quei soldi sono quelli che mancano alle scuole, alla sanità, alla cura del territorio. Giocare coi numeri, calcolando solo metà dei costi, una canna anziché due, dà la cifra della serietà dei proponenti.

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