Resta alta la tensione al confine tra Siria e Israele, dopo la presa da parte di gruppi islamisti di opposizione al presidente Assad del confine di Quneitra, unico valico di frontiera con il territorio israeliano e le Alture del Golan occupato. Ieri sono proseguiti gli scontri tra i miliziani del Fronte al-Nusra e l’esercito governativo e, come accaduto nei giorni scorsi, colpi di mortaio hanno oltrepassato il confine.

BORDER
La risposta di Tel Aviv è stata immediata: l’esercito israeliano ha colpito una postazione dell’esercito di Damasco, seppure il fuoco proveniente dalla Siria non fosse diretto a Israele. Le autorità israeliane non hanno specificato il tipo di reazione messa in atto, ma secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, l’esercito di Tel Aviv avrebbe bombardato una base militare siriana. Domenica, un missile Patriot israeliano avrebbe invece intercettato un drone siriano.

 

Restano intanto in mano ai miliziani del Fronte al-Nusra i 45 caschi blu delle Fiji, impegnati nella missione di interposizione Undof e catturati la scorsa settimana dopo la presa del valico di Quneitra. Sono invece riusciti a liberarsi i 72 caschi blu filippini, rimasti intrappolati in due postazioni Onu e circondati dai miliziani. Mercoledì Gregorio Catapang, capo militare della missione Onu, aveva negato che ai militari delle Nazioni Unite presi in ostaggio fosse stato ordinato di arrendersi e consegnare le armi ai gruppi anti-Assad.