Se non fosse per la casualità di essere uscito proprio ora, questo nuovo disco di Teho Teardo parrebbe una colonna sonora elaborata esattamente per esorcizzare ciò che stiamo vivendo. Un album, Ellipses dans l’harmonie – Lumi nel buio (Specula Records), in cui il musicista friulano sembra annotare i vari stadi delle emozioni durante un passaggio verso nuove fasi dell’esperienza, destinate a evolversi all’interno della compatta narrativa del disco. Se il palpitare ipnotico del primo brano, Cadence féminine, si disfà in striduli disumani che arrivano da voci campionate e filtrate, gli archi, del (secondo) brano che dà il titolo al disco, introducono a una sospensione/sogno nello spazio, mentre Systheme de M. Kirnberger ci fa attraversare la trepidazione della ricerca mossa dall’indecifrabile. L’ultimo brano delle 10 tracce, Ellipsis dans l’harmonie, potrebbe allora rappresentare il lento risveglio e la speranza.

COMMISSIONATO dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli (prima produzione del genere), è ispirato al libro sulla musica contenuta all’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert. Teardo ne ha seguito le partiture, le regole con cui si voleva trasmettere degli insegnamenti in base alle armonie di allora. Ma niente a che vedere con l’ortodossia quando su quelle intesse la propria ispirazione: «Amo lavorare con regole precise. Fino a quando arrivo ad un punto in cui mi libero di loro per ritrovarmi altrove». Quindi il quarto brano, Chant primitif, che sembra fare da perno, perché la conoscenza più moderna, che riguardi la musica o la filosofia, non può eludere la storia e il suo divenire, che nella pratica del musicista-artigiano si manifesta con un’equilibratissima simbiosi fra l’elettronica per esempio dei synth e le eleganti orchestrazioni.

LO STESSO Teardo l’ha definito un lavoro politico, contro l’oscurantismo, concetto che scorgevamo anche dietro all’album Nerissimo (2016) con Blixa Bargeld: «Io ho trovato una mappa antica e ho pensato di utilizzarla per una passeggiata avventurosa in luoghi in cui non sono mai stato».
Siamo a metà ‘700, l’Illuminismo e il pensiero riformista cercano di riportare il sapere e la razionalità al centro della riflessione. Parrebbe di parlare al passato, di qualcosa di antico, se non ci fosse questo pericoloso presente che artisti come lo stesso Teho Teardo aiutano a disinnescare attraverso il loro linguaggio, la loro sensibilità e l’opposizione al conformismo.