Il Covid ci ha privato di un modo particolare di stare insieme e che ci manca: il concerto. La stessa parola lo indica: la musica concerta le distanze e ci mette in sintonia con altri, fossero anche perfetti sconosciuti. Questo tipo di prossemica, di prossimità fisica, preziosa per il benessere delle persone, resta purtroppo un lontano ricordo e chissà fino a quando, perché tipi di vicinanza invece nocivi, commistioni fra umani e animali e sovraffollamenti di dormitori, mezzi di trasporto, spiagge, l’hanno impedita, trasformando il contatto in contagio.

CHE FARE nel frattempo? Tenere vivo il desiderio. Così, mentre Rai 1 trasmette in prima serata i reenactment dei migliori eventi musicali live degli ultimi anni, a Venezia si fa strada il progetto di ricostruire Teatro San Cassiano, che è stato il primo teatro d’opera pubblico al mondo, la culla del melodramma. Dal 1637, quando è stato fondato a Rialto, nei pressi della chiesa di San Cassian, Teatro San Cassiano ha offerto la migliore musica barocca eseguita dai più valenti cantanti, strumentisti e ballerini, con scenografie che mutavano in un batter d’occhio, macchine ed effetti speciali per calare le opere in una magia di mari ondosi, tempeste, stelle brillanti.
E l’ha offerta non solo ai nobili, ma per la prima volta nella storia a un pubblico pagante. Per circa due secoli questa struttura piccola e intima ha prodotto spettacoli incantevoli con un’acustica unica. Finché Napoleone non ne ha voluto la chiusura nel 1807. Oggi non solo a Venezia e in Italia, ma in tutto il mondo non esiste più un teatro professionale d’opera barocca. L’idea di far rinascere San Cassiano è venuta a Paul Atkin, musicologo e imprenditore, dopo aver assistito a una produzione del Giulio Cesare allo Shakespeare’s Globe di Londra. Di fronte all’ambientazione rinascimentale storicamente consapevole di Mark Rylance, Atkin ha immaginato che cosa si sarebbe potuto ottenere con un omologo barocco del Globe a Venezia.

HA COINVOLTO allora Riccardo Giannelli Viscardi, veneziano discendente da una famiglia illustre per lo sviluppo economico e culturale della città, e Stefano Patuzzi, musicologo esperto in ricerca archivistica. E ha nominato Andrea Marcon direttore artistico, maestro per eccellenza di opera barocca che porterà con sé la stimatissima Venice Baroque Orchestra. Teatro San Cassiano integrerà a Venezia l’apporto che il Gran Teatro La Fenice, il Teatro Goldoni e il Teatro Malibran danno rispettivamente negli ambiti dell’opera lirica, del teatro di prosa e dei concerti sinfonici.

UN APPROCCIO altamente filologico o HIP (Human Information Processing), condotto grazie a ricerche accademiche e competenze artigianali, aiuterà a raggiungere la massima fedeltà nella ricostruzione dello spazio originale e a fare di San Cassiano il centro mondiale di sperimentazione dell’opera barocca, con un monopolio del mercato in questo settore per tutti i formati multimediali.
Coerente con la propria identità, il teatro sarà finanziato per intero da privati promuovendo un modello turistico ecosostenibile ed aumentando l’occupazione a Venezia.