Con qualche anticipo rispetto al consueto aprile, la Biennale di Venezia ha presentato i cartelloni delle sue tre sezioni di spettacolo dal vivo, danza musica e teatro (a giorni toccherà all’Architettura, che si alterna con le arti visive). Sono tre programmi che rispecchiano, anche più del solito, la personalità e la cultura dei loro direttori di settore, ovvero Marie Chouinard per la danza, Antonio Latella per il teatro e Ivan Fedele per la musica.

Tutte e tre le rassegne sono forse leggermente compresse nella durata, ma non nelle presenze artistiche: la prima dal 22 giugno al primo luglio, la seconda dal 20 luglio al 4 agosto, la musica infine dal 28 settembre al 7 ottobre. Tutte appaiono maggiormente finalizzate al senso complessivo e laboratoriale di ogni manifestazione, con meno ospiti «celebri» forse, ma con maggiore attinenza alla linea prescelta.
Per il teatro ad esempio, Latella ha scelto per il suo «atto secondo» di indagare nella performance, scavando eventuali differenze e sovrapposizioni tra le figure dell’attore e del performer. Che talvolta, soprattutto nella spettacolarità di ultima generazione, tendono a coincidere, abbattendo di fatto la separazione «istituzionale» tra artisti visivi, di danza e di prosa.

A loro è dedicata una ampia presenza (con vere e proprie personali) nel cartellone, in maggioranza stranieri, con il nostro paese rappresentato da Giuseppe Stellato, ormai scenografo abituale di Latella, che tra le altre sue opere presenterà Oblò, molto apprezzata al debutto, al Terni festival l’autunno scorso. Altri ospiti giungeranno da Francia, Germania e Nuova Zelanda. Sempre dall’Italia ci saranno i premiati col leone d’oro e d’argento: Rezza-Mastrella con una personale quasi integrale dei loro spettacoli, il gruppo Anagoor con una loro originale Orestea.

La danza (che la responsabile del settore Chouinard ha presentato in conferenza stampa con un piccolo show interattivo), a fianco alle improvvisazioni del leone d’oro Meg Stuart, proporrà lo svedese Cullberg Ballett e il francese Xavier Le Roy, e due nuove coreografe italiane. La musica ha il programma più denso, tra le opere appositamente commissionate, il leone davvero aureo di Keith Jarrett, un grande omaggio a Frank Zappa e uno a Astor Piazzolla, mixando sapientemente attorno al tema dell’attraversamento dell’Atlantico, ricerche musicali avanzate con musica extracolta di grande impatto popolare.
Ma la caratteristica decisiva di questa Biennale 2018, è l’allargamento ad ampio spettro della parte college di ogni sezione. Su questo aspetto si è incentrato l’intervento di Paolo Baratta, che della Biennale è presidente e magna pars.

Oltre alla partecipazione di molti giovani alle attività di formazione professionale di ogni settore (i bandi di ammissione sono pubblicati sul sito biennale.org, come del resto la successione dettagliata dei calendari), sono previste forme di coinvolgimento diretto per altri partecipanti. Il pubblico innanzitutto, che oltre a una forma di abbonamento per gli spettacoli potrà approfondire le proprie curiosità in una sorta di «residenza per spettatori», o per gli aspiranti esperti che avranno anche loro una sorta di residenza critica, così come gli aspiranti autori.