Venerdì mattina il governo francese deciderà se finanziare o meno la Torino-Lione: al momento, al di là della retorica pro Tav degli ultimi tempi, la Francia non ha ancora messo da parte un euro per la più controversa delle grandi opere. Se non ci fossero state le intemerate pro casseur del M5S e le zuffe del ministro Salvini con i gendarmi al confine, forse la posizione critica del Presidente Macron e della Corte dei Conti francese non si sarebbe trasformata in un’adorazione del Tav.

I dubbi sulla Torino-Lione nascono in Francia ai tempi di Hollande: dubbi sulla sostenibilità economica nonché sulla reale necessità dell’opera che hanno portato alla decisione di posticipare la riflessione sulla tratta nazionale al 2038. Venerdì quindi sarà il giorno della verità: se la Francia finanzierà, a catena seguiranno i bandi di Telt, ieri congelati per motivi politici.

Il timore di un crollo totale del M5S nel giorno successivo alla votazione salva Salvini – in particolare il M5S torinese potrebbe andare incontro a una emorragia di consiglieri che minerebbe la già fragile maggioranza della sindaca Appendino – ha portato il cda di Telt a rimandare la pubblicazione dei bandi di gara. Procedura che durerà almeno un anno e mezzo, del valore superiore ai due miliardi di euro. Il dg Mario Virano ha accettato la richiesta «informale» del governo italiano, inerente «un breve rinvio sulla pubblicazione dei bandi, mantenendo aperta la seduta per acquisire necessari approfondimenti tecnico-procedurali». Passaggio, quest’ultimo, da ricondurre all’analisi costi benefici di cui nessuno si cura più.

Dopo la concessione, probabilmente un mese, giunge la minaccia: «Nel corso del consiglio il rappresentante della Commissione europea ha reso nota una comunicazione ufficiale di Inea (Innovation and Networks Executive Agency) che indica come condizione per la conferma dell’intera contribuzione di 813 milioni di euro la tempestiva pubblicazione dei bandi. In caso contrario verrà applicata una riduzione di 300 milioni». Virano nei prossimi giorni dovrà informare i due governi dei termini della discussione avvenuta, delle scadenze definite da Inea e delle responsabilità conseguenti.