La pubblicazione dell’analisi costi benefici sulla Torino – Lione, con il passare dei giorni, trova maggiore resistenza in ambito europeo.
I sette miliardi di perdita netta conteggiati dall’équipe del professor Marco Ponti non impressionano né la Commissione europea né il governo francese, che ieri hanno commentato duramente il travaglio dell’esecutivo italiano sula Torino-Lione.

SUL TAV LA COMMISSIONE europea «si aspetta che il progetto sia concluso secondo l’accordo». Lo ha detto il portavoce della Commissione, Enrico Brivio, dopo l’incontro tecnico di ieri tra i funzionari del Mit e quelli della commissione.

«La nostra posizione sulla Torino-Lione rimane la stessa. La Torino-Lione è un importante progetto per la Francia, per l’Italia e per l’Europa». La Commissione si aspetta che «l’Italia rispetti l’accordo di finanziamento».

Il portavoce ha sottolineato di non poter escludere una richiesta al governo di rimborsare i fondi già versati per la Tav. Più passa il tempo, più è alto il rischio «che la Commissione europea decida di tagliare i finanziamenti per la Tav riallocandoli a altri progetti o che esiga dall’Italia la restituzione dei fondi già versati». Il portavoce della Commissione non ha specificato l’ammontare di un eventuale risarcimento, ma calcoli alla mano si tratterebbe in ogni caso di una frazione decimale della perdita conteggiata dall’analisi costi benefici.

A RIBADIRE UNA VOLONTÀ pro Tav è stata anche la ministra francese dei trasporti, Elisabeth Borne, che durante un’intervista ha detto: «I territori alpini della Savoia non tollerano più il traffico e l’inquinamento dei mezzi pesanti. La Torino-Lione è strategica e non possiamo perdere altro tempo mettendo a rischio i finanziamenti Europei che potranno arrivare anche al 50%. Al governo di Roma abbiamo concesso tutto il tempo necessario».

La posizione dell’eecutivo francese ha subito un’inversione geometrica sul dossier Torino – Lione. Appena entrato in carica il governo Macron, nonché la stessa ministra Borne, esprimeva dubbi, e ne stralciava la parte in territorio nazionale: dopo le intemerate anti francesi del governo gialloverde, la visione sul Tav si è trasformata in un aprioristico appoggio. La possibilità inoltre che si possa giungere al 50% di finanziamento sarebbe dovuta proprio all’intervento del governo francese.

ALZA LA POSTA E PROCEDE con richieste reali il movimento Notav: ieri durante una conferenza stampa, forte dell’esito dell’analisi dall’esito, per loro, scontato, ha chiesto al governo, e quindi alla componente cinque stelle, lo smantellamento del cantiere di Chiomonte, la smilitarizzazione del territorio e sopratutto l’amnistia per tutti i condannati Notav. I processi sono oltre duemila, mentre i condannati centinaia, a vario titolo.

Il movimento ha poi dato appuntamento a quella che sarà la prima manifestazione nazionale anti governo giallo verde a Roma, il prossimo 23 marzo. Contro le grandi opere inutili e contro la parte del governo che non mantiene le promesse fatte ai territori durante la campagna elettorale.