Già approvato in prima lettura dal Senato, il dl sulle emergenze passato ieri alla Camera prevede misure per la ricostruzione delle zone terremotate in Abruzzo o in Emilia e affronta l’emergenza rifiuti a Palermo. Ma contempla anche una serie a dir poco eterogenea di misure che vanno dal rilancio della zona industriale di Piombino alla regolamentazione delle camere di commercio estere, dall’accorpamento del ministero del turismo con quello dei Beni culturali. E, ultime ma non ultime, le compensazioni per l’alta velocità Torino-Lione, oltre alla variante di valico in Liguria.
Inizialmente il governo aveva escluso il ricorso alla fiducia, poi in 24 ore ha cambiato idea. I tempi stringono, ha detto il ministro Franceschini, e il provvedimento dovrebbe essere approvato martedì 25 giugno, prima della sua scadenza. Una decisione che ha scatenato la protesta del Movimento 5 stelle (che ha presentato 100 emendamenti), e l’opposizione della Lega Nord, di Fratelli d’Italia, dei socialisti e di Sel. Ne parliamo con il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore che ieri in aula si è astenuto sul decreto e non ha votato la fiducia al governo.

Il senatore Marco Scibona (M5S) sostiene che il governo abbia imposto la fiducia sul decreto legge emergenze per finanziare le compensazioni della Torino-Lione e il terzo valico?

Onestamente mi sembra una semplificazione. Il governo ha riadottato una vecchia e cattiva abirtudine che è quella di usare la fiducia per far passare i decreti. Accade sempre purtroppo così, nonostante i richiami della Corte Costituzionale e del presidente della Repubblica Napolitano. Si poteva evitare. Se non ci fosse stato un tira e molla da parte del Movimento 5 stelle, in realtà si sarebbe stralciato ciò che è stato introdotto al Senato.

Perchè allora il governo ha scelto la via della fiducia al decreto?

Non penso che abbiano pensato subito al ricorso alla fiducia. Il decreto era necessario per affrontare urgenze come il terremoto dell’Aquila, quello in Emilia, emergenze ambientali come quella di Piombino. Lo condividiamo in gran parte, ma non troviamo giusto avere inserito altri provvedimenti. Il problema è nato perché al Senato il decreto è rimasto fermo per 50 giorni, lasciando pochi giorni alla Camera per decidere. Noi abbiamo fatto un ordine del giorno per rilevare la contraddizione implicita nel destinare risorse ai danni ambientali prodotti dalla Tav. Da parte del governo è un’evidente ammissione dei danni ambientali che la Tav produrrà sul territorio. Mi dispiace che sia stato votato solo da noi.

Nella dichiarazione finale di voto avete parlato di negoziazioni interne alle larghe intese. A cosa vi riferite?
Al fatto che al Senato il governo e i gruppi di maggioranza hanno inserito una serie di provvedimenti incongrui rispetto al merito del decreto come la regolamentazione delle camere di commercio estere, l’accorpamento del ministero del turismo e dei beni culturali o la Tav. E’ un malcostume frutto dell’alleanza tra il governo e della maggioranza al Senato.
Il movimento 5 stelle sta conducendo una dura polemica contro Sel. Vi accusa di essere una «falsa opposizione». Come rispondete?

Non voglio polemizzare, i nostri comportamenti sono trasparenti. Noi siamo all’opposizione di questo governo, mentre loro si sentono opposizione anche all’opposizione. Non ho ancora capito che se loro si oppongono solo al governo o anche a tutti i partiti.

Probabilmente ad entrambi.

Può darsi, ma lo fanno in base ad una strana concezione dell’opposizione.Da una parte, c’è quella «vera», la loro; dall’altra parte c’è quella «falsa», tutti gli altri. Mi limito ad osservare che, pur essendosi accaparrati le commissioni a disposizione delle opposizioni, non stanno svolgendo una grande funzione nel parlamento, almeno sul piano propositivo. La mozione che abbiamo firmato insieme sugli F35 e sulla Tav è un’iniziativa di Sel e loro l’hanno firmata. Si vede che non ci considerano così inutili.