Suona la grancassa dei pro Tav. «Rischiamo in pochi anni di non avere più un collegamento alpino dal Piemonte alla Francia» (Sergio Chiamparino). «Lunedì partiranno le lettere di licenziamento per 150 lavoratori del Terzo Valico» (Stefano Esposito). «Rinunciare alla Torino-Lione sarebbe un atto miope dagli effetti devastanti». (Antonio Mattio, presidente del Collegio Costruttori di Torino).
A mettere in allarme, in queste ore, i sostenitori delle grandi opere e a fargli prospettare «scenari apocalittici» sono due indiscrezioni. La prima relativa alla sospensione da parte di Telt – società incaricata alla realizzazione del tratto transfrontaliero – della gara d’appalto da 2,3 miliardi di euro per lo scavo del tunnel di base Tav fra Italia e Francia: «Non operiamo contro la volontà dei governi». La seconda si riferisce al congelamento, in attesa dell’analisi costi-benefici, di una nuova tranche di fondi pubblici rivolti alla costruzione del Terzo Valico (la linea Genova-Tortona). A tranquillizzare i Sì Tav ci prova il viceministro alle infrastrutture e trasporti, il leghista Edoardo Rixi, che ai toni allarmistici ha replicato: «Il Mit ha trasmesso tutti gli atti necessari alla prosecuzione dei lavori del quinto lotto del cantiere del Terzo Valico, garantendo la copertura economica necessaria perché le aziende appaltatrici non cadessero in infrazione e quindi potessero essere messi a rischio circa 200 posti di lavoro». Rixi ha aggiunto: «Ora Rfi deve fare la propria parte».
La situazione è fluida. Il presidente della Regione Piemonte Chiamparino ha annunciato che invierà «una lettera aperta al governo con semplici richieste, come il completamento dell’Asti-Cuneo, il ripristino dei soldi previsti sul Terzo valico, il via libera al tunnel di base della Torino-Lione». E ha accusato l’esecutivo gialloverde di presa in giro: «L’analisi costi-benefici è il tentativo di allungare il brodo».
Se al cantiere di Chiomonte tutto tace, continuano invece le operazioni di polizia ai danni dei No Tav. Ieri, sono stati inviati sedici «fogli di via» dai comuni di Giaglione e di Chiomonte emessi, nei confronti di altrettanti attivisti, dal questore di Torino, Francesco Messina, a seguito dei disordini avvenuti in occasione del campeggio studentesco lo scorso settembre. Sull’altro fronte, quello tra Alessandria-Genova, gli attivisti denunciano la questione ambientale creata dai lavori per il Terzo Valico: «Le terre da scavo contenenti amianto sono state portate ovunque, le falde continuano a essere in pericolo».
Il mondo No Tav dalla Val di Susa alla Val Polcevera (ma non solo) ribadisce che non ha «governi amici». Oggi sarà a Venezia per l’assemblea indetta dal Comitato No Grandi Navi, che da anni si batte contro il passaggio delle navi da crociera in laguna. Domenica pomeriggio manifesteranno in barca nel canale della Giudecca per «disturbare il passaggio delle grandi navi». Duro il giudizio nei confronti del M5s per aver «politicamente lucrato in campagna elettorale sulla contrarietà di tante e tanti».