L’islamologo Tariq Ramadan, di nazionalità svizzera, è stato ieri posto in stato di fermo in Francia e interrogato dalla polizia nel corso di un’indagine preliminare su due casi di stupro e violenze. Ramadan, che è nipote del fondatore egiziano dei Fratelli musulmani, in Francia è accusato da due donne per fatti avvenuti nel 2009 e nel 2012. Anche in Svizzera ci sono delle accuse contro di lui, provenienti da 4 donne, alcune delle quali affermano di aver subito violenze quando erano minorenni e Ramadan, che era loro professore, aveva agito come il capo di una setta. Quando le prime accuse sono state rese note, l’università di Oxford, dove Ramadan aveva un incarico di insegnamento di studi islamici contemporanei, ha sospeso dal novembre scorso i corsi dell’islamologo.

È stato il movimento #balancetonporc (la versione francese di #metoo) che ha permesso a Henda Ayari, una ex salafista che poi ha abbandonato la deriva religiosa, di denunciare Ramadan. Henda Ayari qualche anno fa aveva descritto in un libro l’aggressione di cui era stata vittima, ma senza fare nomi. Invece, sull’onda dello scandalo Weinstein, ha precisato i fatti che addebita a Ramadan. Per chiedergli consiglio, afferma di aver concordato un appuntamento in un hotel parigino. Ma nella hall c’era rumore e troppi sguardi, Ramadan avrebbe così suggerito alla ragazza di continuare la conversazione nella stanza d’albergo, più discreta: «Si è permesso gesti, atteggiamenti e parole che non avrei potuto immaginare. Quando mi sono ribellata, quando gli ho detto di smettere, mi ha insultata e umiliata. Schiaffeggiata. Usato violenza». Una descrizione analoga riguarda l’altro caso. I fatti sarebbero avvenuti nel 2009, in un hotel di Lione. La denuncia parla di «grande brutalità» da parte di Ramadan e di utilizzazione della sua posizione considerata carismatica in ambienti legati all’islam conservatore.

L’islamologo ha reagito, denunciando (su Facebook) una «campagna di calunnie» fatta dai «nemici di sempre». Ramadan si è anche rivolto alla giustizia contro la saggista Caroline Fourest, che da anni indaga sul comportamento dell’islamologo e ha raccolto testimonianze di violenze subite.

Tariq Ramadan è una figura controversa, predicatore di successo, soprattutto tra i giovani, che per vantare la propria «modernità» non ha trovato di meglio che difendere una «moratoria» sulla lapidazione delle donne adultere nei paesi musulmani che applicano questa forma di repressione. Nipote di Hassan El-Banna, fondatore dei Fratelli musulmani, ha 55 anni ed è sposato con una francese convertita, 4 figli. Nel 2004, George Bush gli impedisce di risiedere negli Usa, dove era stato invitato dall’università Notre Dame dell’Indiana. In Francia, già nel ’95, dopo degli attentati islamisti, gli era stata negata l’entrata. Dopo gli attentati del novembre 2015, vuole la nazionalità francese, ma l’allora primo ministro, Manuel Valls, non dà seguito alla domanda. Ramadan, comunque, a Parigi continua a insegnare all’Istituto islamico di formazione all’etica.