Il premier Matteo Renzi è tornato a Taranto a due anni di distanza dalla sua ultima visita. Era il settembre del 2014 e la vicenda Ilva attendeva ancora una svolta. Ma la giornata di ieri è stata incentrata su tutt’altro. Dall’inaugurazione del secondo piano del Museo Archeologico di Taranto (MarTA), tra i più importanti al mondo per i suoi reperti di inestimabile valore, come volano per il rilancio culturale e turistico della città.

Dalla firma in prefettura, affiancato dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio, dal viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, alla presenza delle istituzioni locali e del nemico-amico governatore della Puglia, Michele Emiliano, del Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’area di Taranto (CIS) pari ad un importo di oltre 800 milioni di euro, all’interno del quale figurano gli investimenti del governo (sono fondi CIPE stanziati da anni) e dell’ex giunta regionale guidata da Nichi Vendola, per il rilancio economico e culturale di Taranto e una parte delle bonifiche del sito di interesse nazionale.

Poi un incontro privato di un’ora con i rappresentanti dei sindacati confederali e metalmeccanici dell’Ilva, per discutere del presente ma soprattutto del futuro dell’azienda.

Una visita al porto per verificare l’andamento dei lavori allo scalo ionico per cui sono stati investiti quasi 300 milioni di euro.

Infine, l’appuntamento con i giovani Futeredem a cui ha consigliato di guardare il discorso con cui Barak Obama ha incoronato Hillary Clinton per la convention democratica in vista delle elezioni presidenziali di novembre.
Durante il quale ha anche tessuto le lodi del JobAct, ricordando i quasi 600mila posti di lavoro in più creati dal suo governo.

Il tutto, condito dalle proteste di 200 manifestanti che hanno contestato duramente il premier Renzi per tutta la giornata, in particolar modo per le scelte del governo sull’Ilva e per la grave situazione sanitaria vissuta dalla popolazione locale a causa dell’inquinamento industriale degli ultimi 60 anni. Ma i manifestanti hanno criticato il premier anche la politica del governo sull’Ilva, messa in vendita con il decimo decreto trasformato in legge nei giorni scorsi.

Renzi tornerà a Taranto nel giugno del 2017: l’aria sarà cambiata? Difficile dirlo. E soprattutto prevederlo. Il premier ha promesso che il governo non lascerà sola la città di Taranto. Ma bisognerà vedere se la città sarà in grado di raccogliere la sfida per scrivere un futuro diverso.