I lavori per l’arrivo e l’approdo del gasdotto Tap dall’Albania alle coste del Salento, sono ripresi nelle ultime ore. La nave Sara-T salpata dal porto di Brindisi nei giorni scorsi, s’intravede dalla spiaggia di San Foca, la marina di Melendugno scelta dal consorzio Tap come punto di arrivo del gasdotto, ed opererà in uno specchio d’acqua interdetto fino al 30 dicembre da un’ordinanza della Capitaneria di Porto.

Sono state già posizionate le boe idrofono e turbidimetro, che serviranno a misurare la torbidità dell’acqua e la presenza eventuale di animali marini. Siamo solo all’inizio. Poi partirà l’installazione del palancolato: uno steccato verticale composto da pali lunghi 28 metri e conficcati nel fondo marino per circa 21 metri. La palizzata dovrebbe servire a disconnettere l’area di scavo del microtunnel dall’ambiente costiero, con lo scopo di proteggere le praterie di Cymodocea dall’eventuale dispersione di sedimento durante le attività di scavo per l’estrazione della testa fresante della ‘talpa’. Le palancole saranno posizionate dalla nave Adhémar de Saint-Venant su incarico di Saipem, che ha subappaltato i lavori all’azienda lussemburghese Jan Den Nul. Una volta terminato lo scavo, l’area in corrispondenza del punto di fine trivellazione sarà coperta con sedimenti marini e teli bloccati con dei pesi per minimizzare l’impronta dello scavo e l’interferenza con la prateria di Cymodocea. L’exit point è posizionato al largo, a circa 800 metri dalla costa, in corrispondenza del punto di uscita del microtunnel del gasdotto (lungo 1.540 metri, con diametro interno di 2,4 metri).

Per quanto riguarda invece i lavori a terra, si procede a rilento. Il cantiere delle Paesene è bloccato dal sequestro preventivo giudiziario della Procura di Lecce, che sta verificando il rispetto delle prescrizioni ambientali, mentre quello di San Basilio è fermo per un’ordinanza del Sindaco di Melendugno, a causa dell’inquinamento della falda. Gli unici lavori a terra si stanno svolgendo in questi giorni nella zona circostante la Masseria del Capitano, dove dovrebbe sorgere la centrale di depressurizzazione Prt e dove si trovano a dimora i circa 700 ulivi espiantati tra il 2017 e il 2018. Le operazioni sono consistite in lavori di preparazione all’allestimento del cantiere, con la delimitazione dell’area per l’apertura della strada d’accesso e la tracciatura del percorso che dovranno seguire le tubazioni del gasdotto, che incrocerebbe la via Francigena, altro motivo di polemica nelle ultime ore.

In questi giorni dovrebbero essere effettuati degli interventi per la messa in sicurezza della zona in vista dell’avvio vero e proprio del cantiere. Secondo la tabella di marcia di Tap, i lavori per la realizzazione del terminale di ricezione dovrebbero concludersi entro la fine del 2019.

Tutto questo mentre le polemiche non accennano a finire aumentando i malumori tra i 5 Stelle. Dopo la «rettifica» del vicepremier Di Maio che ha smentito di aver definito l’opera utile («Ribadisco che si tratta di un’opera non strategica»), il sindaco di Melendugno Marco Potì ha denunciato: «Il palancolato lo vogliono fare senza avere una concessione demaniale marittima. Ho inviato una diffida al ministro Toninelli e sono pronto, appena saranno posti i pali in mare, i pali, ad andare in Procura». «Non hanno avuto il coraggio di resistere alle pressioni delle lobby internazionali. Non si è fatto tutto quello che si poteva fare e che ancora oggi si può fare» insiste il primo cittadino. Coadiuvato da Gianluca Maggiore, portavoce del movimento No Tap, oggetto in questi giorni di una campagna sui social definita dagli attivisti «vessatoria, inaudita e incontrollata». Diversi attivisti del Movimento 5 Stelle hanno insinuato che Maggiore sia «uomo» di D’Alema al servizio del Pd. «Io – ha scritto Maggiore sul suo profilo Facebook – voglio che la ministra Lezzi e il premier Conte rendano pubbliche le documentazioni consegnate dal Socar», esortandli a «venire a San Foca a spiegare che cosa non ha fatto il governo. È una vostra precisa responsabilità politica», ha ribadito il portavoce dei No Tap.