Obbligo di test a risposta rapida o tamponi per chi rientra dai Paesi dove il contagio da Covid-19 è di nuovo particolarmente elevato: Spagna, Croazia, Malta e Grecia soprattutto, per il momento. L’allarme suscitato dal riaccendersi di nuovi focolai, da nord a sud del Paese, causati soprattutto dai turisti italiani che rientrano dall’estero, e la conseguente corsa scomposta verso nuove misure di contenimento e prevenzione da parte di molte Regioni, soprattutto quelle di confine o di transito aeroportuale, ha costretto il ministro della Salute Roberto Speranza a mettere a punto, insieme al Cts, un’ordinanza che renda più uniformi le misure anti-Covid da applicare in questa fine estate.

«Ho appena firmato una nuova ordinanza che prevede test molecolare o antigenico, da effettuarsi con tampone, per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta e Spagna – ha comunicato il ministro della Sanità ieri sera – Inoltre si aggiunge la Colombia alla lista dei Paesi per cui è previsto divieto di ingresso e transito. Dobbiamo continuare sulla linea della prudenza per difendere i risultati raggiunti negli ultimi mesi con il sacrifico di tutti». Ieri intanto i contagi sono saliti ulteriormente: 481, a fronte dei 412 del giorno prima. Dieci morti nelle ultime 24 ore e 4 persone in più (53 in tutto) in terapia intensiva.

IL PROVVEDIMENTO nazionale è stato condiviso dalle giunte regionali – fermo restando il loro diritto ad imporre la quarantena obbligatoria o altre misure più stringenti, qualora lo reputassero ancora necessario – durante una riunione straordinaria tra governo e Regioni convocata d’urgenza ieri dal ministro Boccia, cui hanno partecipato in videoconferenza anche lo stesso Speranza e il responsabile dello Sviluppo economico Patuanelli, con i governatori Toma del Molise, Zaia del Veneto, Fedriga del Friuli Venezia Giulia, Cirio del Piemonte, Marsilio dell’Abruzzo, più diversi assessori regionali.Tre possibilità per i vacanzieri che rientrano da Croazia, Spagna, Malta e Grecia: «Sottoporli a test antigene nei luoghi in cui arrivano; presentare certificato di test negativo fatto nelle 72 ore precedenti; comunicare il rientro alla Asl di appartenenza per effettuare un tampone nelle 48 ore successive»,

IL TEST «ANTIGENE» è un’analisi sulla saliva, simile al tampone, ma a risposta rapida, come il test a fluorescenza. Sono le analisi reputate dagli scienziati le più affidabili tra quelle veloci. Per il momento nessun obbligo di quarantena, come invece è già previsto dall’ordinanza ministeriale del 24 luglio per chi proviene da Romania e Bulgaria e dall’area extra Schenghen. Ma rimane l’obbligo di autosegnalazione alle autorità sanità territoriale da parte dei viaggiatori.
«La proposta che facciamo alle Regioni – ha riferito il ministro Boccia – è di rendere il Servizio sanitario territoriale, già molto rafforzato dall’impegno comune, in grado di garantire tamponi a chi rientra dall’estero, con i risultati entro 48 ore. Auspico che ci possa essere con le Regioni una condivisione del metodo da utilizzare nelle prossime settimane».

L’ordinanza è stata accolta con soddisfazione anche da quelle regioni – Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, ecc – che erano corse ai ripari con analoghi provvedimenti territoriali. «Per i cittadini lombardi che rientrano da questi Paesi – ha convenuto l’assessore al Welfare Gallera – mettiamo a disposizione il supporto operativo e informativo necessario attraverso il numero unico 116117». In Sicilia rimane invece anche la prescrizione di una «quarantena volontaria». Mentre «in Friuli – ha spiegato il governatore Fedriga – c’è un problema oggettivo con la Croazia, i confini aperti non consentono controlli agli ingressi».

TRA IL GOVERNO E LE REGIONI invece è scontro sulle misure da adottare nelle discoteche e per evitare assembramenti nei luoghi del divertimento giovanile. Il governo, ha riferito Speranza, chiede maggiori controlli e nelle prossime 24 ore valuterà se predisporre ulteriori restrizioni. Le Regioni, da parte loro, tentennano, sapendo che la “movida” giovanile è uno dei motori del turismo ferragostano.

Sulla questione interviene anche il capo della polizia Franco Gabrielli. «Io non ho alcun problema se l’autorità politica mi dice di dar disposizione a tutte le forze di polizia, di fare controlli massivi sulle discoteche – ha commentato – ma gli effetti, credo, sarebbero devastanti».