Certo, le voci degli allenatori dal campo, le indicazioni tattiche. Quel clima informale da partite di calcetto tra amici. Il calcio del post Covid-19, tra prevenzione sanitarie e tribune chiuse, ha bisogno del pubblico sugli spalti per riaccendere un po’ di entusiasmo intorno al pallone. I primi passi in Francia, nei giorni scorsi: per la prima volta i tifosi sono tornati a sedersi sugli spalti di uno stadio in uno dei primi cinque tornei nazionali d’Europa nell’era successiva al Virus. Quattromilacinquecento tagliandi, il massimo disponibile per la garanzia del distanziamento sociale, ma una traccia per il futuro a breve e medio termine, perché l’idea di riportare gli appassionati sulle tribune è al centro di un protocollo che la Lega di Serie A ha inviato nelle scorse ore alla federcalcio.

CANCELLI RIAPERTI parzialmente: intorno al 40% della capienza, per un potenziale ritorno di 30 mila spettatori allo stadio Olimpico di Roma, poco meno di 20 mila all’Allianz Stadium, forse la stessa quota al San Paolo di Napoli. In verità, il tema è sul tavolo da circa due settimane: lo scorso 2 luglio il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, aveva ipotizzato a L’Avvenire un’apertura al pubblico per il 25% della capienza degli impianti. E dopo l’intervento pubblico di Gravina più di un presidente di A si è sbilanciato sulla necessità di riavvicinare il pubblico alle squadre. Certo, i problemi sono di diversa natura, dagli spostamenti per il pubblico per l’arrivo allo stadio e soprattutto l’assembramento dovuto alle inevitabili file ai tornelli. Ma se i dati sul calo dei contagi in Europa dovesse rafforzarsi nelle prossime settimane non sarà solo il calcio francese a riaprire il calcio negli stadi per i tifosi. Per esempio, la Premier League sta pensando di collocare decine di scanner agli ingressi degli stadi con il dispositivo di sanificazione.

EPPOI, gabbie dotate di un cuscinetto a pressione sul pavimento e di un sistema che attiva getti di acido ipocloroso in grado di eliminare il Covid-19 in pochi attimi. Il mezzo, assieme alle mascherine, per la prevenzione del Virus. Ma qualcosa si muove anche nel campionato tedesco, in Bundesliga: l’Union Berlin (nella capitale è vietata ogni riunione di massa fino al 24 ottobre) si è offerto di approntare oltre 20 mila test per il Covid-19, parte di un piano per la riapertura a settembre. Dunque, test di massa, anziché il distanziamento sociale, mentre la Lega tedesca (DFL) lavora a un piano per ingressi a capienza ridotta e l’utilizzo delle mascherine negli stadi e accesso allo stadio per la tifoseria di casa attraverso i mezzi pubblici. Dunque, l’Europa è in fermento e così la Lega di A, che vive giorni caldi anche per il rapporto burrascoso con Sky, nonostante sia stato evitato il distacco del segnale all’emittente di Murdoch per il mancato pagamento dell’ultima tranche (oltre 100 milioni di euro) per i diritti televisivi della stagione in corso. Per ora Sky non paga ma il servizio è garantito sino al termine del torneo, il 2 agosto.