Estensione della leva obbligatoria da quattro a 12 mesi, aumento del salario dei militari, rafforzamento del programma per i riservisti.

Un mese dopo che il suo Partito progressista democratico (Dpp) ha perso nettamente le elezioni locali, la presidente Tsai Ing-wen snocciola il menù di una riforma del sistema di difesa che mira a rendere Taiwan più pronta a una guerra che spera di non dover combattere. Dopo un incontro a porte chiuse con il consiglio di sicurezza, l’annuncio è arrivato in un’affollata conferenza stampa.

SECONDO LE NUOVE REGOLE, che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024 a pochi giorni dalle cruciali presidenziali che decideranno molto del futuro dei rapporti con Pechino, l’estensione della leva riguarderà tutte le persone di sesso maschile nate dopo il 1° gennaio 2005.

Giovani che non avranno ancora diritto di voto nel 2024: è stato appena bocciato il referendum per abbassare l’età necessaria per recarsi alle urne da 20 a 18 anni.

Ma la mossa rischia di essere impopolare, soprattutto presso un elettorato tradizionalmente più incline al Dpp. A Taiwan, l’accorciamento della leva è sempre stato percepito come uno dei segnali principali del processo di democratizzazione. Durante la legge marziale di Chiang Kai-shek, il servizio militare obbligatorio durava 2 o 3 anni.

DAL 2000 LA DURATA è stata gradualmente ridotta, fino a che l’ex presidente Ma Ying-jeou (Guomindang) ha abbassato a soli quattro mesi l’addestramento militare. «È stata una decisione difficile, ma inevitabile», ha ammesso Tsai.

«È una responsabilità che non può essere evitata», ha aggiunto, citando come punto di riferimento l’invasione russa dell’Ucraina e soprattutto la reazione di Kiev che ha permesso di dare alla comunità internazionale il tempo di fornire assistenza militare.

Il messaggio è rivolto anche e soprattutto ai cittadini comuni, chiamati a giocare un ruolo in un ipotetico conflitto. «Nessuno vuole la guerra – ha detto Tsai – ma solo preparandoci a combattere possiamo evitarla».

Lo stipendio dei coscritti sarà aumentato dagli attuali 6.510 dollari taiwanesi mensili (poco meno di 200 euro) a 20.320 dollari (620), comprensivo di pasti e assicurazione. Tsai ha dichiarato che questo mira a garantire che i coscritti non subiscano oneri finanziari dal loro periodo di leva, aiutandoli anche a pagare le tasse scolastiche. Il periodo di coscrizione potrà essere conteggiato ai fini della pensione.

LA PRESIDENTE taiwanese, che secondo un sondaggio della Taiwan Public Opinion Foundation ha una popolarità ai minimi dall’aprile 2019, ha sottolineato che la decisione non arriva sotto pressione degli Stati uniti ma che è frutto di un lavoro iniziato già nel 2020.

L’accelerazione decisiva è comunque arrivata dopo la guerra in Ucraina, che ha creato per il governo e una presidente che non potrà ricandidarsi alle elezioni una finestra di opportunità per spingere una riforma che mira non solo e non tanto a rafforzare le difese sul campo, ma anche e soprattutto a cambiare la mentalità dei cittadini taiwanesi.

Nonostante le crescenti pressioni militari da parte di Pechino degli scorsi anni e mesi, ancora pochi cittadini taiwanesi credono che l’eventualità di una guerra sia concreta. Il governo ritiene di dover incentivare la prontezza a combattere.

Per l’entrata in vigore della riforma potrebbe bastare un ordine esecutivo, ma è possibile che il Dpp decida di portare il testo in parlamento per neutralizzare un possibile vantaggio strategico per il Gmd alle elezioni. E si aspettano reazioni da parte di Pechino.