«Un miliardo» di risparmi, dice adesso il Movimento 5 Stelle, e sul blog fa anche l’elenco delle cose che si possono fare con i soldi risparmiati dagli «stipendi» dei parlamentari che oggi saranno tagliati. Ambulanze, scuole. Come se si trattasse di risorse immediatamente disponibili. Invece «un miliardo» è il conto che i grillini fanno avendo deciso che il taglio comporterà un risparmio di cento milioni l’anno. Che per una legislatura, cinque anni, fanno 500 milioni. E per due legislature di conseguenza un miliardo. Dunque la cifra enorme che viene propagandata sarà raggiunta a tutto concedere dopo dieci anni dall’entrata in vigore della riforma. Vale a dire nel 2033.

Le ambulanze devono aspettare.

Ma è poi vero che rinunciando a 230 deputati e 315 senatori si risparmiano 100 milioni l’anno? Il calcolo fatto solo sulla base delle indennità, diarie e rimborsi spese che non dovranno più essere pagati si aggira in effetti attorno a questa cifra, appena qualcosa in meno. Ma è un calcolo incompleto, dai risparmi bisogna sottrarre la quota di Irpef che verrà a mancare all’erario per effetto delle mancate indennità. E poi la quota di imposte addizionali regionali e locali. Il risparmio netto calcolato correttamente sarà così più vicino ai 70 milioni l’anno. Che significa il 7% del bilancio annuale della camera dei deputati. Mentre non sarà intaccata, a meno di licenziamenti in massa di cui però non si parla, la spesa per il personale che collabora con i deputati e senatori. Spesa che già oggi è superiore a quella per le indennità dei parlamentari, e che potrebbe crescere. Visto che deputati e senatori dovranno fare lo stesso lavoro a ranghi ridotti.