Nessun personaggio videoludico possiede l’emancipata carica erotica, sia essa maschile o femminile, della strega di Platinum Games. E non è una questione di nudità quasi esibite né di seni e glutei abnormi in stile Lara Croft del primo periodo. Perché la gentile Bayonetta, una Audrey Hepburn con gli occhiali in chiave manga, possiede uno stile, un fascino, una grazia, una sensibilità, un’intelligenza e persino una dolcezza che la distingue e la sublima.

La strega è tornata ma a tremare, di delizia, sono solo gli occhi di chi gioca davanti alla sontuosa bellezza di questo seguito in esclusiva per Wii U Nintendo, un gioco per un pubblico adulto e esperto che sfata il falso mito che la casa di Super Mario produca solo giochi per l’infanzia.

Surreale e mistico-nipponico è il soggetto di Bayonetta 2, la storia di un dio impazzito, sul libero arbitrio e sull’apocalisse. Combattiamo orde di angeli dalla forma astratta e disumana e lottiamo contro demoni dalla sconcia carnalità, esplorando gli abissi di un inferno che sembra edificato con i rami sanguinanti della selva dei suicidi, sconfinando nel purgatorio che sfiora gli edifici di un’antica metropoli sul mare, ascendendo le vette di un monte che accarezza le regioni dell’empireo.
I panorami intrattengono un rapporto dialettico con la sensualità della strega dai tacchi a spillo che sono pistole incantate, sfidando la sua beltà iperbolica con le loro armi ambientali e amplificando il fascino della donna che vi trascorre.

Il vertice artistico del gioco è rappresentato dai vertiginosi combattimenti ipercinetici che suggerisce una straordinaria varietà di interpretazione. Perché giocare con il corpo di Bayonetta è come suonare uno strumento musicale, per la diversità di toni, timbri, ritmi, armonie e melodie che consente malgrado le note siano sette. 

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In pochi secondi, tra pittorici giochi di luce e policromatici effetti psichedelici, Bayonetta salta, spara, calcia, si trasfigura, vola con ali di farfalla, evoca mostri enormi, lancia un bacio, fa fiorire il terreno, tira frecce con un arco-insetto, balena due lame, diventa una pantera, si smaterializza in una nube di pipistrelli, rotea una frusta rosa spinosa come il ramo di un rovo; tutto con la perizia di una grande danzatrice.

Sebbene giocare a Bayonetta 2 sia puro ludibrio ludico anche osservare come spettatore le coreografie marziali della strega è un esperienza estetica da provare.
Platinum Games, i cui artisti sono stati responsabili di altre magnifiche e interattive visioni giocose, artistiche e provocatorie come Viewtiful Joe, Okami, God Hand, Mad World, Anarchy Reigns e Vanquish, dimostrano ancora una volta con Bayonetta 2 la loro eccellenza, che li rende un esempio per l’industria giapponese che negli ultimi anni sembra vivere una crisi di identità, rinunciando alla sua sfrenata originalità per lusingare un pubblico occidentale di massa.

Peccato solo che le vendite di Bayonetta 2, considerando anche il fatto che la Wii U non ha riscosso tra il pubblico il successo stratosferico che ebbe la console che la precede, non siano elevate come merita, malgrado il favore accordatogli dalla critica. Il destino di Bayonetta 2 è quello di essere un’opera di culto, la cui fama crescerà negli anni. Ma se cercate l’edizione speciale, quella che contiene anche il primo episodio rifatto per Wii U e un prezioso libro, buona fortuna, poiché è un tesoro leggendario da collezionisti.