Il risultato delle elezioni in Spagna, l’assemblea convocata a febbraio per il nuovo partito della sinistra, il referendum costituzionale che il prossimo autunno potrebbe costituire uno spartiacque della legislatura e della storia della nostra democrazia, suggeriscono alcune riflessioni.
Lo diciamo allora con grande franchezza: abbiamo il timore che, nel quadro dato dei rapporti di forza col Pd ed in mancanza di forti movimenti nella società, si consideri realistica e da perseguire l’opportunità (offerta dalla nuova legge elettorale) di portare alla Camera, alle prossime elezioni, un manipolo di deputati e dunque dare a Sinistra Italiana l’obiettivo minimo del superamento del 3%, in attesa di tempi migliori.
Riteniamo viceversa che occorrerebbe contrastare fino in fondo il disegno renziano, senza correre il rischio di scelte minoritarie e complementari a quelle del Pd, e dunque inoffensive. Poiché le proposte politiche si rivolgono innanzitutto ai cittadini, prima che al ceto politico, il punto implicitamente sollevato anche dai sindaci Doria, Pisapia e Zedda (ripreso poi dalla Presidente Boldrini) è: che cosa contrapponiamo al “partito della nazione” per conquistare il voto dell’elettorato di sinistra e di centrosinistra?

Non ci convince la tesi che Renzi possa unilateralmente decidere di chiudere una stagione ed una idea di governo… Il centrosinistra, l’Ulivo, lo schieramento progressista non sono semplicemente la sommatoria di forze politiche più o meno radicate nella società ma qualcosa di più: un popolo unito da valori comuni e che affonda le sue radici nella Costituzione italiana, una comunità fatta di un civismo ricco e spesso non legato ad un singolo partito ma ad un campo più largo e tutto questo chiede di essere rappresentato politicamente.

Nostro compito allora è sfidare Renzi, non accettare una separazione consensuale che non potrebbe che favorire il soggetto più forte e consegnare noi alla irrilevanza.

Concretamente si tratta di costruire da un lato il soggetto nuovo e autonomo della sinistra, con ambizioni grandi però, come l’esempio che Syriza in Grecia e Podemos in Spagna suggeriscono. Studiando a fondo i problemi del nostro tempo, coinvolgendo tutte le risorse intellettuali e di passione politica disponibili, elaborando proposte che producano una nostra ideologia e visione del mondo ed una nuova classe dirigente credibile nell’interpretarle.

E naturalmente elaborando una proposta di governo per il Paese che sui temi centrali del modello di sviluppo, del lavoro, dei diritti civili e della scuola ci veda protagonisti e, più del premier, in sintonia col vasto popolo progressista.

Proponiamo allora a tutti i livelli strumenti nuovi di partecipazione diretta, ad esempio primarie delle idee, che vincolino sui grandi temi il programma dei candidati sindaci e che aiutino a costruire le coalizioni. Dietro la porta può esserci, anche nel nostro Paese, il rischio di una svolta a destra o populista favorita dalle politiche ingiuste, stantie e inconcludenti di Renzi, anche per questo dobbiamo essere credibili e non possiamo permetterci di puntare a sopravvivere e di stare a guardare.

* * * Stefano Quaranta, Franco Bordo, Claudio Fava, Florian Kronbichler, Gianni Melilla, Lara Ricciatti. (Deputati Sinistra Italiana – Sel)