Una commissione d’inchiesta all’Assemblée Nationale la prossima settimana analizzerà i fatti avvenuti alla Prefettura di Polizia giovedì 3 ottobre quando un impiegato addetto ai servizi informatici, Mickaël Harpon, ha ucciso all’arma bianca quattro colleghi. Il ministro degli Interni, Christophe Castaner, in grande difficoltà a causa di affermazioni affrettate e imprecise subito dopo i fatti, dovrà rispondere, dopo essere già stato interrogato questa settimana dai deputati e dai senatori. All’inizio, era sembrato un fatto di cronaca tragico, frutto di un colpo di follia. Ma con il passare dei giorni sono venuti alla luce molti particolari, che sembrano indicare una radicalizzazione religiosa di Harpon, che si era convertito all’islam una decina di anni fa.

A casa di Harpon, è stata trovata una chiavetta usb «di uso professionale», hanno precisato ieri gli inquirenti, dove erano registrati dati personali di poliziotti dipendenti dell’antiterrorismo, per il momento non sono stati individuati legami con organizzazioni terroriste. Ieri, Castaner ha proibito una manifestazione indetta per domani a Gonesse, nella periferia parigina, in difesa dell’attentatore, che secondo l’organizzatore, Hadama Traoré, «non è un estremista religioso».

Un’«infamia» per Castaner, «un insulto alla memoria dei poliziotti uccisi». Traoré, che si presenta come leader politico di un movimento nato in banlieue, è stato denunciato per alcune affermazioni violente.

L’episodio ha rimesso il terrorismo al centro dell’attenzione politica. Come mai non era stata individuata la radicalizzazione dell’attentatore, che aveva un’abilitazione per accedere a documenti relativi alla sicurezza nazionale? È la guerra dei servizi segreti, che la riforma del 2008 non ha risolto, che ha indebolito l’attenzione?

Nella cerimonia in omaggio alle quattro vittime, martedì, Emmanuel Macron ha tenuto un discorso che segna una svolta securitaria. Il presidente ha invitato alla «mobilitazione contro l’idra islamista», a «una società di vigilanza», senza cadere però nel «sospetto che corrompe», per combattere «senza concessioni l’islam deviato e portatore di morte che dobbiamo sradicare»: sul filo del rasoio, sotto la pressione di un avvenimento tragico e di un’opinione pubblica preoccupata, Macron entra in un terreno che aveva ignorato durante la campagna elettorale. Come fare per identificare i «segnali deboli» che possono smascherare un futuro terrorista? Come evitare di cadere in un nuovo maccarthismo che colpisce alla cieca tutti i musulmani? Castaner ha rivelato che ci sono 40 poliziotti oggetto di inchiesta interna per radicalizzazione, 20 hanno abbandonato il servizio, gli altri sono sotto osservazione ravvicinata. Il fenomeno è presente in altri servizi pubblici, come per esempio alla Ratp (metro e bus parigini). Destra e estrema destra vanno all’attacco contro un presunto «buonismo» del governo. L’ex candidato dei Républicains alle presidenziali, François Fillon, è uscito dal silenzio ieri per denunciare: «Non siamo di fronte a folli isolati ma a un’ideologia radioattiva che mina la Repubblica».