Dopo sei anni di traversie e blocco della produzione, un po’ di luce arriva per le acciaierie di Piombino. Ieri pomeriggio al ministero dello sviluppo il gruppo Cevital guidato dall’algerino Rebrab ha trovato un accordo per vendere agli indiani di Jindal.
L’imprenditore algerino si era aggiudicato le acciaierie in amministrazione controllata da anni ma non era riuscito a far ripartire la produzione per problemi finanziari in patria. A quel punto lo scorso autunno il governo aveva deciso di risolvere il contratto di acquisto ma la contrarietà di Rebrab avrebbe portato ad una lunga querelle giudiziaria.
Il gruppo indiano di Jindal – capofila della cordata AcciaItalia che è risultata perdente nel bando per Ilva- si era detta interessata ma fino a ieri non si era trovato l’accordo: Rebrab chiedeva di avere una buonauscita uguale ai soldi spesi in questi anni.
L’accordo verrà formalizzato questa mattina e dovrà essere ratificato dai rispettivi consigli di amministrazione. Jindal, specificano i sindacati, si assume «tutti gli impegni assunti, le concessioni e gli obblighi». «Il closing ci sarà entro fine marzo», ha annunciato il ministro Carlo Calenda.
«Si volta pagina», commenta la Fiom Cgil. «Ci confronteremo con la nuova proprietà – commenta il segretario nazionale Rosario Rappa – per prevedere, a partire dal nuovo piano industriale, il ritorno per Piombino a colare acciaio, garantendo l’occupazione di tutti i lavoratori diretti e dell’indotto. Questo significativo e importante risultato – conclude – è frutto dell’iniziativa di lotta e di mobilitazione dei lavoratori di Piombino(circa 2mila, ndr) e dell’impegno, che va riconosciuto, del governo e delle istituzioni locali, Regione Toscana e Comune di Piombino».
«Ci auguriamo che Jindal restituisca dignita’ ai lavoratori e allo stabilimento di Piombino», ha commentato il segretario generale Uilm Rocco Palombella.