Svolta completa in Alitalia. Su sollecitazione diretta del presidente Mattarella – stanco delle proroghe e della mancata soluzione della vertenza che si trascina da due anni e mezzo – il governo ha deciso di prendere la strada della ristrutturazione. Di fatto la richiesta di Lufthansa. Con annessi contatti al più alto livello fra Italia e Germania.
Se ne è parlato in coda al consiglio dei ministri di venerdì, senza verbalizzarlo. La strada – sebbene complessa – è tracciata: niente ulteriori proroghe, niente attesa dell’offerta vincolante dalla traballante cordata Fs-Atlantia-Delta. Dimissioni degli attuali commissari e nomina di un nuovo singolo commissario chiamato a ristrutturare l’azienda secondo le richieste di Lufthansa. Il gigante tedesco – sponsorizzato e spinto da Atlantia – non vuole entrare nel capitale della cordata, chiede che prima qualcuno faccia il «lavoro sporco» sui 5mila esuberi stimati. Lufthansa in più potrà contare su un commissario o di un manager a lui vicino con ruoli esecutivi, si parla del Michael Kraus, l’uomo che ristrutturò Air Dolomiti dal 2012 al 2014. Il che ha come corollario che Lufthansa considera Alitalia come la piccola compagnia regionale – con soli 14 aerei rispetto ai 110 dell’ex compagnia di bandiera.
La prima mossa della ristrutturazione sarebbe la divisione fra parte volo, slegandola dall’handling e dalla manutenzione. È il cosiddetto «spezzatino» che i sindacati chiedevano di evitare. In questo modo ai 10.500 attuali addetti di Alitalia sarebbero sottratti i 3.200 lavoratori dell’handling e i circa 1.000 della manutenzione. Aggiungendo un po’ di prepensionamenti si arriva vicini alla richiesta di 5mila esuberi di Lufthansa.
Da parte del governo e della maggioranza – specie i ministri del M5s – la svolta è ritenuta fattibile e il via libera è già partito. Innanzitutto permette di mettere la parola fine alla figuraccia continua delle proroghe che Di Maio prima e ora Patuanelli sono stati costretti a concedere a Fs per attendere l’offerta vincolante, mai arrivata. In più consente di affrancarsi dal ricatto di Atlantia che continua a legare il suo impegno alla conferma delle concessioni autostradali. Lufthansa è invece interessata a fare di Fiumicino – di proprietà di Aeroporti di Roma (Adr), anch’essa dei Benetton – il suo hub del Mediterraneo.
La ristrutturazione consentirebbe poi al governo di non avere più problemi con il prestito ponte da 400 milioni previsto nel Decreto fiscale: era legato all’offerta vincolante Fs, ora sarebbe motivato con la necessaria gestione ordinaria nella fase di ristrutturazione.
Sebbene la scelta non sia ancora rivendicata dal governo – ieri il ministro Gualtieri ha detto «Atlantia si è sfilata, adesso diamo del tempo per vedere se la cordata può riformarsi» ma citando per la prima volta Lufthansa come alternativa a Delta – è chiaro che i più fermi oppositori della ristrutturazione saranno i sindacati. Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt hanno già proclamato uno sciopero per il 13 dicembre mentre Usb e Cub continuano a chiedere la nazionalizzazione.