Nonostante le prenotazioni in calo per Natale e le settimane bianche in picchiata, le bacchettate dell’Oms sulla gestione della pandemia e le terapie intensive intasate, la Svizzera tenta di salvare la stagione invernale mantenendo aperte le stazioni sciistiche. Anzi, gli operatori di Svizzera Turismo hanno avviato una campagna pubblicitaria per riempire le piste da sci.

Le prenotazioni per il periodo natalizio sono del 19 per cento inferiori a quelle del 2019, mentre per le cosiddette «Sportferien», cioè le settimane bianche di febbraio, la contrazione è addirittura del 28 per cento. Per quanto riguarda i pernottamenti in montagna, è attesa una contrazione del 31 per cento, per l’assenza dei turisti extraeuropei e il dimezzamento di quelli comunitari.

In buona sostanza, la Svizzera insiste su una linea soft di gestione della pandemia, con l’obiettivo di salvaguardare quanto più possibile l’economia. «Conto su tutti per fare di questo inverno un buon inverno», ha affermato la presidente della Confederazione, la socialista Simonetta Sommaruga, mentre il ministro dell’economia e del turismo Guy Parmelin, esponente del partito di destra Udc, ha fatto appello ai suoi concittadini a rimanere in Svizzera perché «ci prenderemo cura della vostra sicurezza».

Queste parole sono arrivate dopo che David Nabarro, inviato speciale dell’Oms per la lotta al Covid-19, ha criticato apertamente la strategia della Svizzera. A suo parere, a fronte di una «situazione estremamente grave», le misure sono troppo blande. «Mi sorprende che la questione non venga trattata come un’emergenza nazionale», ha concluso l’esperto, intervistato dai giornali locali del gruppo Ch Media.

Ovviamente, in tutte le stazioni sciistiche ci saranno obblighi di distanziamento e di portare la mascherina, in particolare sui treni e negli impianti di risalita.

Intanto, la curva dei contagi pare essere in continua flessione, tranne che in alcuni cantoni come gli italofoni Grigioni e Basilea, dove da ieri sono chiusi bar e ristoranti. Per il responsabile dell’Oms con queste misure light si rischia però una terza ondata a gennaio.