La giornata di passione per i lavoratori dell’Eni, ieri in sciopero per otto ore e tornati in piazza a Roma per ribadire il loro No alla svendita di Versalis, la società chimica del gruppo petrolifero italiano, si è conclusa con l’incontro a Palazzo Chigi, tra i sindacati e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti e il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, definito «interlocutorio» dalle organizzazioni sindacali. Palazzo Chigi, al termine dell’incontro, ha diffuso una nota stringata, dove si legge che il Governo «ha ascoltato gli argomenti delle organizzazioni sindacali e assicurato la massima attenzione in ordine alle prospettive dell’azienda chimica».

Al centro del contendere, la vertenza apertasi oltre sette mesi fa, dopo l’annuncio dell’Eni sulla possibile cessione di Versalis (partecipata di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti) al fondo statunitense Sk Capital, con sede alle isole Cayman e nel Delaware, paradiso fiscale all’interno degli Usa. Che sino ad oggi non ha presentato un piano industriale e che non ha convinto nemmeno per un istante i sindacati. I segretari generali Filctem Cgil, Femca Cisl,Uiltec Uil ed Ugl Chimici, Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani e Luigi Ulgiati, al termine dell’incontro con il governo, hanno dichiarato di aver illustrato «le preoccupazioni sul ridimensionamento dell’Eni» e ribadito «netta contrarietà alla trattativa con un soggetto che a noi pare poco affidabile rispetto all’impegno che Eni dovrebbe avere sotto il profilo strategico industriale del Paese». Ed invitato il Governo «ad un ruolo di attore responsabile e attento, in una fase delicata della trasformazione dalla chimica tradizionale alla chimica verde». Esecutivo che per il momento ha confermato «di ritenere la chimica strategica per lo sviluppo industriale italiano» e «garantito massima attenzione e fermezza nel monitoraggio della questione, garantendo un’accurata valutazione delle posizioni dei sindacati».

In Italia la chimica di base rappresenta tra diretto (4.800) e indotto 12 mila lavoratori e con la siderurgia è una delle infrastrutture chiave del Paese. Per questo Susanna Camusso, segretario generale della Cgil ieri presente in piazza, ha ribadito che «il nostro paese non può fare a meno della chimica e quella dell’Eni è una scelta che fa perdere la chimica e le prospettive di trasformazione in innovazione e chimica verde». Per il segretario della Cgil, la vertenza «ci vede impegnati da molti mesi a rivendicare nelle piazze un cambiamento delle prospettive anche per il silenzio del governo che non ha espresso opinioni e non è intervenuto nel ruolo che dovrebbe esercitare: parliamo di una grande impresa italiana partecipata le cui scelte industriali sono fondamentali per il Paese».

Il 18 maggio è in programma un incontro tra i sindacati e l’ad dell’Eni, Descalzi, «al quale chiederemo di interrompere subito la trattativa: è un problema etico della politica e dell’economia», ha annunciato Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil. Che ha contestato anche il fatto che «l’Eni si è rifugiato da 7 mesi in una trattativa che non è più in esclusiva ma è diventata privata. Se dopo tutto questo tempo non sono quantomeno chiari i punti, significa che è una trattativa sbagliata». Descalzi che ieri ha ribadito la posizione dell’Eni: «Sul futuro della chimica verde posso dire che noi l’abbiamo lanciata, ci crediamo e vogliamo portarla avanti; infatti nel pacchetto di vendita di Versalis rimarremmo al 30% e vogliamo che chi entra e porta i soldi mantenga il nostro programma di investimenti per i prossimi 5 anni. Vogliamo una governance su cui possiamo dire no: da qui la difficoltà della trattativa».

Sk Capital, il fondo candidato all’acquisizione, ha 9 mila addetti nella chimica con un fatturato di 9 miliardi all’anno, una volta e mezzo Versalis: «Ma se non ci sono le condizioni non si va avanti» ha assicurato Descalzi. Ma lavoratori e sindacati continuano a guardare con diffidenza al piano di alleggerimento di Eni: dopo Saipem, Versalis e il comparto retail di Gas&Power, è il ridisegno del gruppo energetico il vero tema al centro della mobilitazione.