Tutti per il superbonus dimenticato dal governo Draghi. Dopo l’esclusione dal Pnrr del bonus edilizio del 110%, la promessa di allungarlo in legge di Bilancio non basta al M5s, a quasi tutti i partiti e a Confindustria, sindacati e Legacoop. Lo stop – seppur a tempo – rischia di bloccare il volano di progetti e cantieri in atto da mesi.
In un convegno dal titolo «Filiera dell’edilizia», si sono detti favorevoli sia il segretario del Pd Enrico Letta, sia il leader in pectore del M5s Giuseppe Conte, che si sono impegnati a sostenere una proroga al 2023 e una semplificazione della procedura. «Prorogare il superbonus 110% inserendo le risorse necessarie già dal prossimo decreto Imprese e senza attendere la legge di bilancio significa rafforzare una misura utile a tutti. Perché è una misura su cui risparmia la famiglia e per ogni anno di proroga del bonus si sostengono oltre 100mila posti di lavoro, tra diretti ed indotto», ha spiegato il segretario della Fillea Cgil Alessandro Genovesi.
Ma il caso di ieri è il «superbonus per le aziende», vale a dire la possibilità di cedere i crediti d’imposta maturati dalle imprese per investimenti in beni strumentali previsti dal piano Transizione 4.0. L’alt arriva dalla Ragioneria dello Stato: mancano le coperture, dicono i guardiani dei conti pubblici, obbligando il Parlamento a modificare il maxiemendamento al dl Sostegni. All’inizio i cinquestelle salgono sulle barricate, evocando la crisi. Ma poi lo strappo rientra con la promessa del governo di aprire un tavolo in vista dell’approvazione del Sostegni bis che dovrebbe arrivare la prossima settimana. La maggioranza, nonostante le minacce, vota dunque compatta la fiducia a Palazzo Madama (207 voti favorevoli, 28 contrari e 5 astensioni) e ora il testo passa alla Camera per un esame blindato e il via libero definitivo.