Dopo uno degli uomini più amati delle tv americana, uno dei più temuti. Accuse simili a quelle che hanno irrimediabilmente seppellito nel fango la reputazione e la legacy di Bill Cosby, sono adesso rivolte al CEO di Fox News, Roger Ailes, Richelieu della comunicazione per Richard Nixon, Ronald Reagan e due presidenti Bush; e, dalla sua fondazione, nel 1996, l’architetto principale dei palinsesti e della politica del newschannel di Rupert Murdoch. Con un gesto senza precedenti nei ranghi serratissimi del network, la settimana scorsa, l’ex Miss America e anchor di un talk show pomeridiano Gretchen Carlson ha sporto causa contro Ailes accusandolo di non averle rinnovato il contratto perché si era rifiutata di sottostare alle sue avance sessuali. Secondo la causa, intentata presso un tribunale della contea di Bergen, in New Jersey, Carlson – nel corso del suo impiego a Fox News, durato nove anni- sarebbe stata oggetto frequente, da parte di Ailes, di una rosa di attenzioni che vanno dal commento inopportuno alla «proposta» vera e propria.

«Io e te avremmo dovuto avere un rapporto sessuale molto tempo fa: oggi le cose oggi sarebbero meglio per tutti due. A volte è più facile risolvere i problemi così», avrebbe detto il settantaseienne Ailes alla giornalista, licenziata nove mesi dopo, secondo quanto si legge nel testo della causa. I legali di Ailes hanno categoricamente smentito tutte le accuse, riconducendole alla vendetta di un’impiegata licenziata per bassa performance. E in difesa del loro CEO, si sono schierate le giornaliste Greta Van Susteren e Maria Bartiromo, veterane della rete, in materia legale e finanziaria.

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Ma, secondo il settimanale New York, negli ultimi giorni, altre sei donne si sarebbero messe in contatto con il biografo di Ailes, Gabriel Sherman, riportando incidenti analoghi a quelli descritti da Carlson, e una dozzina avrebbero fatto lo stesso con l’avvocato della giornalista, Nancy Erika Smith. In alcuni casi si tratterebbe di fatti che risalgono ai tardi anni sessanta, prima che Ailes riconfigurasse la sua carriera verso la politica, in qualità di consulente mediatico di Nixon. Alla notizia della causa di Carlson (che coinvolge anche un suo collega, il giornalista Steve Dooey), la Fox Corporation ha fatto seguito con un secco comunicato stampa che prometteva un’accurata indagine interna a Fox News, la rete di tg più seguita negli Usa, un punto di riferimento assoluto dello zoccolo duro della destra e una pedina molto importante nello scacchiere elettorale, da qui a novembre.

Come nel caso di Bill Cosby, nei racconti di donne che non si sono mai fatte avanti da decenni a questa parte, e che adesso sono state motivate dalla «rivolta» di Gretchen Carlson, quella che oggi è chiaramente percepita come molestia sessuale ogni tanto sfuma nel territorio più ambiguo del malcostume dei vecchi tempi, quando commenti volgari o esplicite avances sul posto di lavoro venivano (purtroppo) spesso tollerati come un’imposizione necessaria.Nel panorama del telegiornalismo americano, nessuna rete emana ancora lo stampo del veteromachismo di quei «vecchi tempi» quanto Fox News. Con la sua retorica bellicosamente sanguigna, il continuo richiamo al pericolo dell’estinzione dei valori della «vera America» (lo spettro della «guerra contro il Natale» è un’invenzione di Fox News), l’appello agli istinti più bassi dell’anima conservatrice del paese e il suo sdegno viscerale dei confronti del politically correct.

È uno sdegno che, nei suoi aspetti più innocui, si traduce anche nel look delle telegiornaliste, scelte, abbigliate, abbronzate e truccate in modo molto più sexy rispetto alle colleghe di Cnn o Msnbc. «Abiti scollati, senza maniche – tanto vanno tutte in palestra – più aderenti, con le gonne più corte, in colori più vivaci, sono un tratto distintivo del nostro look. E il riscontro del pubblico è molto alto», mi raccontava 2 anni fa l’allora fashion director di Fox News, conosciuta per caso in pullman, e a cui avevo chiesto in cosa consisteva il suo lavoro.

Grande protetto di Rupert Murdoch, Ailes pare molto meno gradito ai suoi figli, James e Lachlan, con i quali, dal giugno 2015, Murdoch condivide le redini del suo impero mediatico. Voci secondo cui i due eredi intenderebbero riorientare Fox News – che spesso sembra trasmettere da, e per, un pianeta parallelo, simile al nostro ma molto più paranoico – in direzione di un modello meno schierato, «di parte», girano da tempo. A prescindere dai suoi esiti legali, la rivolta/causa di Carlson, e quello che si sta trascinando dietro, potrebbero favorire quel cambiamento. Ma, come sta provando l’astro di Donald Trump, i «vecchi tempi» sono duri a morire. I profitti di Fox News, pari a un miliardo di dollari all’anno, corrispondono al 20% di quelli dell’intera Twentieth Century Fox. Per cambiare corso, i fratelli Murdoch dovranno fare i conti con quel pubblico.