Prosegue l’opera di celebrazione degli 80 anni del trombettista, multistrumentista, compositore ed improvvisatore di Leeland, Mississipi, ad opera della finlandese Tum Records. Wadada, in questo disco notturno e ipnotico, avvolto in una sottile nebbia cosmica e intima, incontra per la prima volta altri due pesi massimi del jazz: Vijay Iyer, che oltre al consueto pianoforte è al Fender Rhodes, all’organo Hammond e all’elettronica e Jack DeJohnette a batteria e percussioni. L’assenza delle frequenze basse dona all’insieme una consistenza di nebulosa: in Deep Time n.1 siamo dalle parti del Miles di In A Silent Way, laddove al groove implicito e inesorabile che abitava quelle stanze si sostituiscono ombre, frammenti, fantasmi, una idea di vaghissima afropsichedelia sciamanica e la voce di Malcolm X. Si stagliano luminosi i diciotto minuti enigmatici di The A.D. Opera, un lungo prologo ad un incendio che divampa al rallentatore e i languori da titoli di coda dell’elegiaca Sound For World Forvigeness. Menzione necessaria per lo splendido artwork del pittore modernista Ahti Lavonen.