Sono numerose le persone che ogni anno esagerano con le esposizioni al sole. Ma sono solamente i raggi ultravioletti a nuocere alla nostra pelle? Come evitare che essa possa essere danneggiata? Soprattutto, quali sono le creme da utilizzare per minimizzare il rischio di invecchiamento? Le stesse domande se le sono poste un gruppo di giovani composto da ingegneri, data scientist, sviluppatori e dermatologi (tra cui due italiani, Marco Martino e Gloria Passarella), che stanno dando vita a una startup sviluppando un’applicazione per rispondere a questi dubbi.

Sunglint, per ora sperimentale, ha lo scopo di farci conoscere in tempo reale, e a secondo della zona in cui ci troviamo, i rischi a cui la nostra pelle è esposta ogni giorno, sviluppando un metodo per calcolare «l’indice d’invecchiamento della pelle» (Skin Aging Index). Per far ciò l’app sperimentale utilizza dati satellitari che raccolgono informazioni sia sul livello delle radiazioni ultraviolette che d’inquinamento dell’atmosfera. La particolarità dell’applicazione risiede proprio nella precisione dei dati satellitari, che sono in grado di calcolare in maniera minuziosa, oltre alla radiazione Uv, il livello di ozono nell’aria, di biossido di zolfo, e le polveri PM10.

L’inquinamento infatti non è solamente dannoso per la salute ma anche per la pelle, che costituisce l’organo più esteso del nostro corpo. Basti pensare che i tumori cutanei sono tra i tumori più diffusi in assoluto; secondo i registri Airtum (Associazione italiana registri tumori) sono infatti al primo posto tra gli uomini (15,2%) e al secondo tra le donne dopo quello al seno (14,8%). L’idea, come ci racconta Juan Arevalo, data scientist del progetto, è nata proprio per sviluppare uno smart-tool per la prevenzione del cancro alla pelle e in generale le malattie della pelle legate all’esposizione al sole e all’inquinamento.

I DATI SATELLITARI UTILIZZATI DA SUNGLINT sono forniti in maniera libera dai satelliti del programma Copernicus, una rete di monitoraggio della terra coordinata e gestita dall’Unione europea sotto l’egida dell’Agenzia spaziale europea. La rete satellitare consiste in un insieme complesso di sistemi che raccolgono dati da più fonti: satelliti per l’osservazione della terra e sensori in sito come stazioni a terra, sensori dispersi nell’aria e sensori trasmessi via mare. Il satellite elabora questi dati e fornisce agli utenti informazioni affidabili e aggiornate attraverso una serie di servizi relativi alle questioni ambientali e di sicurezza. I servizi disponibili per ora sono sei: terra, mare, atmosfera, cambiamenti climatici, gestione delle emergenze e sicurezza.

Sunglint elabora i dati relativi all’atmosfera rispetto alla zona in cui ci troviamo. Ad esempio, il 12 giugno a Oristano, in Sardegna, il livello di ozono alle ore 14 era alto, i raggi ultravioletti estremamente alti (8,0500) mentre il livello di PM10 si trovava sulla media (0.0496 mg/cbm). Con questi dati l’applicazione consigliava un’esposizione al sole con estrema cautela e un indice di possibile invecchiamento della pelle estremamente alto. Ma se ci spostavamo a New Delhi, in India, alle 6 di pomeriggio di un giugno non soleggiato, quindi con minore quantità di radiazione ultravioletta (0,2600), ma un grado d’inquinamento molto alto – con un livello di biossido di zolfo pari a 8,100 mg/cbm (molto più elevato rispetto ai limiti dichiarati dalla Oms) – il rispettivo Skin Aging Index rimaneva comunque molto a rischio.

È IMPORTANTE FARE USO DI CREME SOLARI o anti-inquinamento. Ma la vera domanda è: quali creme dovremmo utilizzare? In commercio sono numerose le creme solari disponibili per proteggere la nostra pelle dai violenti raggi ultravioletti, ma sono altrettante le problematiche. Prima di tutto secondo diversi studi il livello di Spf (Sun Protector Factor) indicato sulle confezioni delle creme spesso non corrisponde all’effettivo grado di protezione. Questo spesso accade con le creme protezioni 50, che vengono maggiormente utilizzate per la protezione di pelli sensibili e per i bambini, rischiando un’esposizione al sole violenta e dannosa. Infatti si è calcolato che la maggioranza delle persone affette da tumori alla pelle provengono dai paesi nordici, specialmente la Danimarca. Inoltre, le creme maggiormente protettive sono quelle contenenti elementi come il biossido di zinco e il diossido di titanio, due principi chimici che creano una barriera protettiva che lascia sulla pelle un filone bianco, motivo per la quale sono anche i prodotti meno acquistati. Invece le creme solari cosiddette trasparenti o water proof contengono dei prodotti chimici maggiormente tossici che vengono totalmente assorbiti dalla pelle, diminuendo la barriera e spesso causando irritazione sulle pelli più sensibili. Queste tipologie di creme, se usate, dovrebbero essere applicate più volte durante la giornata.
Un’altra problematica riguarda gli elementi tossici delle creme solari, altamente dannose per l’ambiente, soprattutto per la fauna marina, le alghe e i coralli. Per questo motivo è importante sviluppare maggiore coscienza sull’utilizzo delle nostre creme solari sia per la giusta protezione della nostra pelle, che per la salvaguardia dell’ambiente.

LA SUNGLINT VUOLE ESSERE UNO STRUMENTO INTELLIGENTE che aiuta sia a sensibilizzare le case cosmetiche, sia anoi consumatori a scegliere le creme giuste a seconda della nostra posizione nel mondo; ci dà dei consigli su diete e cibi da utilizzare per migliorare lo stato della nostra pelle e quindi della nostra salute, e per poter essere in grado di prevenire l’invecchiamento della pelle e la salute del nostro corpo. Per ora è possibile provare una versione molto basica e sperimentale sul web, cliccando su https://sunglint.randbee.com.