L’anno scorso il Sundance Film Festival aveva avuto inizio, il 19 gennaio, sotto i cupi auspici della cerimonia di insediamento del presidente Donald Trump, avvenuta solo il giorno dopo. E proprio al più grande Festival di cinema indipendente statunitense c’era stata una delle più significative reazioni a quell’insediamento: la Women’s March per protestare contro il nuovo commander in chief, la sua misoginia, le minacce (avveratesi) all’ambiente – l’edizione 2017 aveva anche visto la premiere del secondo documentario/grido d’allarme di Al Gore sul global warming, An Inconvenient Sequel – alle minoranze, e quelle di tagliare i fondi al National Endowement of the Arts .

Giovedì prossimo, il 18 gennaio, comincerà la nuova edizione del Festival – e a un anno di distanza svariati film affronteranno, direttamente o indirettamente, proprio l’evento traumatico delle elezioni 2016 e la presenza alla Casa bianca del miliardario newyorchese. Un documentario nella sezione World Cinema Documentary Competition, Our New President di Maxim Pozdorovkin toccherà proprio uno degli argomenti più controversi della campagna elettorale del 2016, che il regista racconta infatti interamente attraverso la propaganda russa.

A Boy, A Girl, A Dream di Qasim Basir – la sezione è quella dedicata al cinema più sperimentale, Next – usa invece il giorno dell’elezione di Trump come «sfondo» su cui ambientare il viaggio dei due protagonisti, Cass e Frida. In programma tra i documentari made in Usa il nuovo lavoro di Robert Greene, Bisbee ’17, non riguarda Trump ma evoca una delle battaglie più ignobili del nuovo presidente, quella contro i migranti. Bisbee ’17 è ambientato infatti in una vecchia città mineraria sul confine tra Messico e Arizona dalla quale 100 anni fa vennero deportati 1200 minatori immigrati, rei di stare scioperando.

Un altro documentario, Seeing Allred di Sophie Sartain e Roberta Grossman, racconta la storia dell’avvocata per i diritti delle donne Gloria Allred, una storia che incrocia ancora una volta quella del presidente repubblicano – Allred è la rappresentante legale di Summer Zervos, una delle molte donne che hanno accusato Trump di molestie sessuali – ma anche il tema stesso del sexual harassment, all’ordine del giorno dopo gli scandali hollywoodiani.

Nel concorso dedicato ai film statunitensi ci sarà, tra gli altri, il nuovo film da regista di Ethan Hawke – Blaze – basato sulla vita del musicista country texano Blaze Foley. E fra i titoli della Us Dramatic Competition c’è anche l’omonimo remake di The Kindergarten Teacher del regista israeliano Nadav Lapid, il secondo lungometraggio di Sara Colangelo con protagonista Maggie Gyllenhaal nel ruolo della maestra d’asilo del titolo, che scopre l’incredibile talento di uno dei suoi piccoli allievi.

Tra le Premiere, anche un film che vedremo presto in Europa, alla Berlinale: Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot di Gus Van Sant, storia del cartoonist John Callahan e del lungo percorso per riprendere in mano la sua vita dopo che un incidente di macchina lo ha costretto su una sedia a rotelle.