Cina, Corea del Sud e Giappone hanno guardato con grande attenzione al vertice di Hanoi e le loro reazioni al nulla di fatto prodotto da Kim e Trump rappresenta anche i diversi schieramenti che ruotano attorno alla questione nordcoreana.

PARTENDO DA PECHINO, se alla vigilia le dichiarazioni ufficiali avevano sottolineato gli sforzi di Pyongyang nei confronti degli Usa, a summit finito l’idea è che in ogni caso un nulla di fatto sia meglio di una clamorosa rottura. Ma naturalmente la Cina sa che con questo esito, la sua posizione torna ad essere fondamentale.

Come ha scritto il Global Times, dalle cui colonne si possono intravedere le opinioni dei falchi di Pechino, preso atto del fallimento del vertice, «la Cina e la Corea del Sud dovrebbero svolgere un ruolo nel salvaguardare i risultati raggiunti finora». Pechino – si legge dovrebbe aiutare Pyongyang a mantenere l’attuale linea moderata, mentre Seul dovrebbe resistere fermamente a qualsiasi tentativo di Washington di costringere la Corea del Nord a minacciare di riprendere le esercitazioni congiunte.

LA COREA DEL SUD dovrebbe assumere un ruolo responsabile nel mantenimento della pace della penisola coreana . Il modo più efficace per stabilizzare la penisola coreana è spingere la Corea del Nord e gli Stati uniti a muoversi l’uno verso l’altro e cercare di promulgare una road map a doppio binario della denuclearizzazione e della pace della penisola che possa essere accettata da entrambi». Posizione chiara e univoca dalla Cina fin dall’inizio della crisi coreana.

Delusione ma ugualmente mitigata dal mancato disastro – che era comunque una delle ipotesi – arriva da Seul. Il presidente coreano Moon Jae-in è la persona che su questo processo di pace ha scommesso più di tutti; naturale che l’intoppo vietnamita possa provocare preoccupazione e malumori.

Secondo Yonhap, l’agenzia di stampa sudcoreana, «L’ufficio presidenziale della Corea del Sud Cheong Wa Dae ha espresso disappunto giovedì sull’esito del secondo vertice Usa-Corea del Nord, ma ha insistito che i due paesi hanno fatto più progressi che mai, anche senza un accordo. Ci rammarichiamo – ha detto Kim Eui-kyeom, il portavoce di Cheong Wa Dae – del fatto che il presidente Donald Trump e il presidente Kim Jong-un non siano riusciti a raggiungere un accordo completo al vertice di Hanoi, ma sembra anche che abbiano compiuto progressi più significativi di qualsiasi altra volta in passato».

SHINZO ABE – invece- ha dichiarato di sostenere Donald Trump: «Il Giappone appoggia pienamente la decisione di Trump di non fare una scelta di compromesso semplice. Il Paese coopererà con gli Stati uniti per risolvere alcune questioni che riguardano i rapporti diplomatici con la Corea, come il processo di denuclearizzazione».

Abe ha infine confermato quanto va dicendo da tempo: «Sono determinato a incontrare di persona Kim Jon-un».