Summer party a Berlino
Moscow Mule Neanche io volevo sedermi dalla parte del torto e al barbecue mi riempio il piatto con i salsicciotti alla soia...
Moscow Mule Neanche io volevo sedermi dalla parte del torto e al barbecue mi riempio il piatto con i salsicciotti alla soia...
Dalle feste di compleanno nei garage con le sedie alle pareti per assistere a una esecuzione alle feste estive delle giovani aziende berlinesi. Microcosmi del digital marketing, un fresco yuppismo, probabilmente assieme alle pompe funebri l’unico settore dove al momento non si intravede crisi. Non si può irradiare malumore ad un Summer Party: l’atmosfera viene annunciata mesi prima con mail gonfie di fuochi d’artificio e coriandoli. Non sempre è possibile infiltrarsi a questi eventi per ovvi motivi di autocelebrazione ma, una volta approdati, la nostalgia canaglia ci avvinghia ai panini all’olio immasticabili e prosciugati da ogni forma di vita. In genere il catering è polputo e la qualità del cibo dipende dalla mole del giro d’affari. Per le aziende più in sintonia con il contemporaneo la presenza della carne è limitata al pollame, il resto è vegetariano e vegano.
Neanche io volevo sedermi dalla parte del torto e al barbecue mi riempio il piatto con i salsicciotti alla soia e i funghi ripieni di patate. Due volte. Se proprio devo essere tra i giusti allora che ci stia sbracata e crapulona. Pronta anche la risposta eventuale su chi sia, ovvero «un’amica della sposa» e dovrebbe funzionare perché anche il più ligio al dovere nel Summer Party si scatena. Le consuete briglie e remore dovute alle gerarchie, seppur diluite nel mare magnum del marketing perenne, si sbriciolano, si diluiscono nell’alcool e si seppelliscono per sempre sulla pista da ballo. È lì che il più riservato degli impiegati (si può ancora usare il termine?) impacciato cerca di accalappiare una fanciulla comparendo a tratti alle sue spalle con la dolcezza di Nosferatu. Giraffe gonfiabili ovunque, magari arrivasse l’elefante di Peter Sellers! Macchina del popcorn, bevande gratis e un attrezzo per fare foto ricordo uno sull’altro, con i baffi finti e i lecca- lecca di cartone. Un tizio che, a quanto pare, dovrebbe essere un team leader di qualcosa cerca di cavalcare una giraffa per poi lanciarla nel vuoto. Una ragazza si avventa sul dj e domani è definitivamente un altro giorno.
Le dinamiche dispersive creano un’ulteriore atmosfera di sospensione; chi decide di andarsene non saluta e apre la porta ma evapora, mentre qualcun altro riappare su una sedia masticando salatini. Ogni discussione intrapresa sarà dimenticata così come i nomi e ancora meno i rispettivi ruoli professionali. Intanto, dei pezzi iniziano a cedere: top con gli strass diventano ginocchiere, calze a rete si impigliano tra di loro, la testa inizia a girare e allora si cerca il kit che l’azienda ha preparato. Un sacchettino stile pranzo da asporto con all’interno un test Coronavirus fai da te, una aspirina gigante, pads per le occhiaie e un condom. La sala inizia a svuotarsi senza avvertire e gli addobbi adornano i colli e le tempie di quelli rimasti in attesa che succeda invano l’evento, l’eccezione da ricordare. Io me ne vado in punta di piedi con una giraffa gonfiabile tra le braccia. Ma a Berlino la notte mica finisce qua.
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