A meno di 48 ore dalla pubblicazione del rapporto riservato dei servizi tedeschi che definisce la Turchia «sponsor del terrorismo», il governo Merkel si dissocia e innesca la retromarcia. Ieri pomeriggio la «toppa» del ministro degli esteri Frank-Walter Steinmeier (Spd) che ha parlato di errore materiale nella trasmissione del documento classificato e ribadito che «La Turchia resta un partner fondamentale della Germania e un importante alleato Nato». Si chiude con l’ennesimo inchino al sultano Recep Tayyip Erdogan (per la prima volta accostato ufficialmente ai responsabili della guerra in Siria e Iraq) l’ultimo incidente diplomatico tra Berlino e Ankara.

«L’accordo sui migranti con la Turchia non è in discussione» rassicura il ministro dell’interno Thomas De Maizière (Cdu) pure responsabile della relazione top-secret che ha fatto infuriare il governo turco quanto l’opposizione tedesca. Il primo denuncia «Menzogne e falsità» anche attraverso la stampa locale che immortala Merkel in veste nazista, mentre al Bundestag la Linke (che ha presentato l’interrogazione parlamentare da cui nasce lo scandalo) e i Verdi sparano politicamente ad alzo zero. «È inaccettabile che il padrino del terrorismo Erdogan venga ritenuto un partner rispettabile dal governo. In pubblico si dimostra un alleato ma in privato tiene insieme l’hub dell’islamismo armato» puntualizza il portavoce della Sinistra Sevim Dagdelen.

Sullo stesso lato della barricata il partito ecologista: «Se ci sono prove che la Turchia è la piattaforma di gruppi islamici sostenuti dal governo, la politica tedesca non può non prendere atto delle conseguenze» riassumono i Grünen per bocca di Hans-Christian Ströbele. Ma attacca anche la parte di Spd poco allineata alla «ragion di Stato» del ministro Steinmeier e del vice-cancelliere Gabriel, ministro agli armamenti venduti (anche) al governo Erdogan. Il leader parlamentare ed esperto di politica estera Rolf Mützenich chiede «più trasparenza» e pretende che «De Maizière informi quanto prima il Parlamento di un’accusa così grave», fa sapere il deputato socialdemocratico in diretta sul Frankfurter Rundschau. Dalla cancelleria federale intanto ieri è arrivato il primo velato commento sul dossier confidenziale.

Se Merkel non si sbilancia, dal suo ufficio arriva comunque la precisazione che «i servizi d’intelligence sono sotto la supervisione della cancelleria e a lei rispondono», sintomo che le informazioni del Bnd vanno vagliate alla luce della Realpolitik del capo di governo. Messaggio corto e chiaro a beneficio di chi intende «strumentalizzare» l’incidente per far precipitare ulteriormente la relazione turco-tedesca. Del resto, fonti ben informate al ministero dell’interno a Berlino assicurano che gli esperti dell’intelligence «non sono naïf e sanno bene quello che succede ad Ankara» ricordando come un quarto degli jihadisti tedeschi siano di origine turca,

Comunque, resta nero su bianco la risposta all’interrogazione della Linke a De Maizière sui rapporti tra il governo Erdogan e la galassia non solo Isis. «Come risultato della politica interna ed estera in particolare nel 2011, la Turchia è diventata la piattaforma centrale per l’azione islamista delle organizzazioni terroristiche in Medio oriente» si legge nella replica all’interpellanza.

Per i servizi tedeschi «le numerose espressioni di sostegno ai Fratelli musulmani, Hamas e gruppi dell’opposizione armata in Siria sottolineano l’affinità ideologica con l’Akp al governo e il presidente Erdogan» come rivelato lunedì scorso dalla tv pubblica Ard. Abbastanza per far ripiombare nel gelo la relazione particolare (e storica) con l’ex repubblica kemalista.

Una valutazione talmente pesante che il ministero dell’interno si riservava, prima della rivelazione del rapporto, di non riportare nella parte pubblica del documento «per motivi di interesse nazionale». Troppo tardi per far finta di non sapere e tenere fuori i pezzi grossi del governo. Steffen Seibert, portavoce del governo Merkel «confessa» che «per rispondere alla richiesta della Linke sono stati coinvolti diversi soggetti dell’esecutivo. L’ufficio della cancelliera è uno di questi».