Con Silvio Chierici, ieri, abbiamo avuto il secondo e ultimo incontro del nostro Laboratorio di Archeologia. Chi mi spiega cosa abbiamo fatto?
«Abbiamo disegnato e parlato». «Abbiamo osservato i reperti primitivi». «Silvio ci ha insegnato il mestiere di archeologo, anche se lui di mestiere non fa proprio l’archeologo, perché Silvio fa l’ottico, fa gli occhiali. Ma nel tempo libero lui e i suoi amici fanno gli archeologici». «A me è piaciuto disegnare con la matita. Però avevo fatto troppe cancellature e dopo ho cambiato il foglio». «Silvio ci ha fatto provare a fare il mestiere dell’archeologo, cioè ci ha insegnato a osservare bene, disegnare bene e catalogare i reperti come fa un vero archeologo». «Prima ci siamo seduti. Poi lui ci ha messo sul banco un reperto. Aveva portato uno scatolone di reperti primitivi. Erano tutte pietre. Molte erano appuntite. Dopo noi dovevamo disegnarle. Ma usando solo la matita».
Cosa avete imparato da questo Laboratorio? Mi dite delle cose che prima non sapevate e adesso invece sapete?
«Io ho capito che con le corna dei cervi gli uomini primitivi facevano degli aratri per arare la terra e anche delle zappe perché Silvio ce ne ha fatte vedere alcune. Ma non erano ossa vere, corna vere, erano ricostruite da lui e dal suo amico Sergio». «Io ho imparato che i reperti si disegnano, se possibile, a grandezza naturale, cioè con le sue esatte grandezze, le sue esatte dimensioni». «E solo con la matita. Non con i pastelli o i pennarelli». «Per fare i colori si usa sempre la matita, cioè il grigio. Si fa grigio più chiaro o grigio più scuro». «A me è piaciuta molto questa lezione perché non era la solita lezione, infatti era un laboratorio». «A me è piaciuto toccare e disegnare i reperti». «A me è piaciuto molto questo lavoro perché non era troppo difficile e poi abbiamo disegnato molto e avevamo tempo per disegnare bene».
Altre cose che ricordate?
«Silvio ci ha spiegato che spesso, di fianco agli scheletri umani, sono stati trovati degli scheletri di animali. Questo voleva dire…. O che li hanno mangiati, o che erano già degli agricoltori, quelli che abitavano qui sulle nostre terre». «Io mi ricordo che tutti i reperti erano fatti di pietra». «Sì, però di tipi diversi. Di selce. Di silicio. Di ossidiana. Di arenaria. Questi sono tutti nomi di materiali diversi». «Però sono tutte pietre». «Io dovevo disegnare l’amigdala». «Anche gli arpioni in legno non erano originali ma erano ricostruiti da Silvio e dal suo amico Sergio. Perché le cose in legno non potevano essere rimaste così per tanto tempo, non potevano conservarsi, marcivano, sono marcite». «Io mi ricordo quando ha detto che a lui, da bambino, piaceva già studiare la storia e andava nei campi a cercare i reperti quando i contadini aravano la terra, infatti lui si chiama Archeologo Di Superficie, perché trova i reperti sopra la terra, non sotto». «Il papà di un mio amico li trova anche lui, ma lui ha il Metal Detector. Però lui e suo padre raccolgono solo le cose in metallo, non le pietre come Silvio».
Cosa è successo al termine dell’incontro?
«Abbiamo dato a Silvio, in regalo, dei messaggi e dei disegni che avevamo preparato per lui». «Dentro una busta grande. Colorata». «Per ringraziarlo che era venuto a scuola due volte per spiegarci tutto». «Ho visto che si è un po’ commosso. Stava per piangere».
Ma vi ricordate cosa vi ha detto prima di andare?
«Sì. Ha detto… No, non mi ricordo». «Ha detto che sperava che tutti… Cioè, molti bambini, da grandi, si appassionino di Storia». «Ha detto che spera che vengono al Gruppo di Calerno e di Sant’Ilario dell’altra gente, delle altre persone». «Ha detto che è importante studiare la Storia perché è una materia bella». «No, ha detto che è una materia importante perché può insegnare agli uomini a non fare più gli errori che ha già fatto, forse». «Ha detto che se si tudia bene la storia si fanno meno errori e si può imparare anche a bisticciare meno e a vivere meglio».