Tutto come previsto. Ieri mattina l’aula del senato ha incardinato le unioni civili per poi rinviare la discussione al un prossimo futuro, molto probabilmente non prima dell’inizio del 2016. Ncd, Lega e una parte di Forza Italia hanno promesso battaglia contro il testo, con il leader del Carroccio Matteo Salvini che ha annunciato barricate se dal Cirinnà bis non dovessero essere cancellate le step child adoption, la possibilità di adottare il figlio biologico del partner.
Che l’iter della legge non sarà tra i più facili, è scontato. Stando alle voci che circolavano ieri a palazzo Madama il Ncd avrebbe già chiesto a Roberto Calderoli l’algoritmo servito al leghista per preparare 75 milioni di emendamenti contro la riforma costituzionale. Richiesta rivelatrice di quello che accadrà quando l’aula comincerà finalmente a discutere delle nuove norme che finalmente riconoscono una serie di diritti alle coppie omosessuali. Milioni o migliaia che saranno, è chiaro che la strada scelta dalla destra per cercare di bloccare il testo è quella di presentare una valanga di emendamenti, come del resto hanno già fatto con successo in commissione Giustizia. Questa volta, però, le cose potrebbero andare diversamente. Il regolamento del Senato prevede infatti che mentre nelle commissioni gli emendamenti debbano essere discussi tutti, in aula è possibile aggirare l’ostacolo sia «cangurando» quelli simili, sia fissando i tempi del dibattito e quindi del voto finale. Proprio il tentativo messo in atto da Calderoli, poi, dimostra che quella di boicottare la discussione parlamentare con gli emendamenti rischia di diventare un vicolo cieco.
Anche se non saranno certo le unioni civili a sancire la fine dell’alleanza tra Pd e Ncd, è chiaro che il provvedimento ha reso tesissimi i rapporti nella maggioranza di governo.
Al centro dello scontro c’è ormai da tempo la possibilità di adottare il figlio del partner che i centristi vogliono cancellare a tutti i costi, neanche la proposta avanzata nei giorni scorsi da alcun cattolici del Pd, di sostituire adozione con l’affido, va bene (e veramente non piace neanche al Pd). «Non mi sembra la soluzione giusta, su questo punto vicenda abbiamo una divaricazione profonda», ha ripetuto anche ieri Angelino Alfano. «Ma quale persona di buon senso può ritenere accettabile che un bambino possa avere due papà o due mamme. Noi siamo a favore di una buona legge sulle unioni civili, per il rafforzamento dei diritti individuali di natura patrimoniale per i conviventi dello steso sesso, ma che c’entra questo con l’adozione dei bambini?». E smentendo quanto affermato finora dallo steso Alfano, che le unioni civili non fanno parte del programma di governo e quindi devono essere tratte come una vicenda esclusivamente parlamentare, Carlo Giovanardi ed Eugenia Roccella arrivano a minacciare di non votare più la fiducia al governo, quando e se verrà richiesta. «Se il Pd decide di ignorare i propri alleati, deve essere pronto ad accettarne le conseguenze».
Per il momento tutto è però rinviato a dopo l’approvazione della legge di stabilità. Un rinvio che non è piaciuto alle associazioni di persone lgbt che avrebbero preferito arrivare velocemente a un via libera del ddl. «Dovremo attendere che i conti siano i ordine prima di legiferare sui diritti civili», ha detto ieri la vicepresidente di Arcilesbica Lucia Caponera. «Non chiediamo risposte adeguate, ma l’attuazione di una legge che riconosca le nostre esistenze»
Critiche alla decisione di far slittare la discussione del provvedimento sono arrivate anche dal M5S. «Il percorso delle unioni civili in Senato si conferma lungo e tortuoso», hanno affermato i senatori Alberto Airola e Enrico Cappelletti. « Abbiamo chiesto, un giorno sì e l’altro pure, che il testo arrivasse in aula ma evidentemente la strada verso il riconoscimento dei diritti è piena di insidie, o almeno, è un percorso difficile quando si tratta di fare gli interessi dei cittadini piuttosto che della politica».