Ad un certo punto della vita si devono se non per forza e o a torto o a ragione, tirar le somme. È la vita stessa che lo impone in dialogo con il sé e la morte. Ciò vale per il valentuomo come per l’anonimo impiegato. Meglio ancora, però, quando si tratta di un personaggio come Gianfranco De Bosio che a novant’anni licenzia per Neri Pozza il racconto della sua esistenza: e come lui la chiama? «La più bella regia. La mia vita». De Bosio, classe 1924, fu tra i protagonisti dell’affermazione nel secondo dopoguerra del teatro di regia in...
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Sulle scene e sugli schermi
Libri. Recensione a "La più bella regia. La mia vita" di Gianfranco De Bosio (Neri Pozza)