Alla fine, Alexis Tsipras l’ha spuntata. Le pensioni dei greci non saranno tagliate, come inizialmente era stato chiesto, invece, dai creditori.

Nella settimana che ci stiamo lasciando alle spalle, il parlamento greco ha votato ufficialmente l’annullamento del taglio dei redditi dei pensionati ed il centrodestra, questa volta, ha dovuto appoggiare le misure del governo. Un risultato non scontato che consente a Tsipras qualche soddisfazione: «Sono contento, anche perché sino a due giorni fa, il segretario di Nuova Democrazia, Kyriakos Mitsotakis, iniziava tutti i suoi discorsi parlando del taglio delle pensioni».

In realtà, il centrodestra continua ad accusare il governo di Syriza di essere riuscito ad evitare un ulteriore riduzione delle pensioni, dando il proprio assenso – come contropartita – all’accordo che dovrebbe portare al cambiamento del nome dell’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia (Skopje), in Macedonia del Nord. Un baratto improbabile, «discorsi da bar» utili alla propaganda avversaria secondo il governo di Atene.
Tsipras parla di restituzione e insiste nel sottolinearlo: «Viene restituito a tutti coloro che sono stati colpiti dalla crisi e dai memorandum, ciò che gli è stato sottratto ingiustamente». E annuncia 3.200 assunzioni nel settore della sanità pubblica, per migliorare i servizi di sostegno agli anziani non autosufficienti.

In base alla nuova legge votata dal parlamento di Atene, 620mila anziani vedranno aumentare, se pur di poco, i propri trattamenti pensionistici. Il leader di Syriza ricorda che il suo governo punta anche a fare in modo che vengano approvati aumenti degli stipendi dei lavoratori, mentre accusa Nuova Democrazia di puntare solo all’ulteriore liberalizzazione e deregolamentazione del mercato del lavoro.

Lo scontro sulle misure sociali del governo chiarisce che il paese si trova già in campagna elettorale. Sia in vista delle elezioni europee di maggio, sia delle politiche. Queste ultime, in realtà, dovrebbero svolgersi in autunno, ma nessuno può escludere che alla fine si decida di anticiparle. Tsipras, ovviamente, punta a recuperare consensi attuando una parte delle misure sociali contenute nel suo programma elettorale del 2015. Che era stato forzatamente congelato, in attesa della conclusione dei Memorandum di austerità, certificata lo scorso agosto. La Grecia resta sotto sorveglianza da parte delle istituzioni europee, ma i margini di manovra, per il governo di Atene, ora sono sicuramente più ampi rispetto al passato.
Quanto ai sondaggi, come sempre, in Grecia, le percentuali sono piuttosto ballerine. Il centrodestra appare in vantaggio, ma la differenza varia molto, a seconda della società demoscopica. Si va da un minimo di 4,5 punti percentuali, fino a un massimo di nove. Inutile ricordare che anche in occasione del referendum dell’estate 2015, e delle elezioni legislative che si sono svolte poche settimane dopo, molte società demoscopiche davano Syriza per sfavorito o con le stesse percentuali dei conservatori. Previsioni poi smentite abbastanza clamorosamente, dalle vittorie del partito di Tsipras.

È indubbio, tuttavia, che una parte della società greca sia ancora molto provata da una crisi senza precedenti e che fatichi a rimettersi in piedi. Ed è per questo che nella fase attuale, Alexis Tsipras vuole rafforzare «le ragioni della sinistra», cercando di dimostrare che non devono essere disgiunte dal peso e dalle responsabilità del governo. Non è un caso che non abbia commentato o reagito alle proposte di «un fronte che vada da Tsipras a Macron» e che non abbia neanche voluto prendere posizione sulla disputa del governo italiano con l’Europa. Malgrado alcune fake news, sulla stampa italiana, abbiano provato a sostenere il contrario.
La battaglia, per il leader di Syriza, è ora tutta all’interno della Grecia. Per dare un senso all’esperienza di governo degli ultimi quattro anni.